Austria, il partito della birra arriva terzo alle elezioni con l’8,4% dei voti: “eravamo nati per scherzo”

Austria, il partito della birra si afferma all'8,4% nelle elezioni presidenziali: era nato per scherzo nel 2014
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Una grande sorpresa ha scosso l’Austria alle elezioni presidenziali di domenica: al terzo posto, con l’8,4% dei voti, s’è classificato il “Bierpartei“, cioè il “Partito della Birra” che era nato per scherzo nel 2014 fondato dal musicista punk, cabarettista e medico ‘Dottor Marco Pogo’, Dominik Wlazny, 35 anni capelli lunghi, piercing al naso e tatuaggi da rockettaro, viennese doc. Hanno ottenuto più voti di lui soltanto il presidente Alexander Van der Bellen e il candidato dell’ultradestra Fpoe Walter Rosenkranz. Nel comune di Vienna il 35enne è arrivato addirittura secondo dietro i Verdi.

“Grazie, sono sopraffatto. Sono arrivato terzo e, a Vienna, secondo dopo il solo Van Der Bellen. Grazie a tutte le persone che hanno riposto fiducia in me. Mi congratulo con il vecchio e nuovo presidente e non vedo l’ora di bermi una birra con lui nell’Hofburg”, ha scritto sui social Wlazny.

Il Bierpartei è stato fondato nel 2014 per scherzo, come progetto satirico. Proprio ad una canzone della sua band ‘Der Bierpartei’, si deve l’idea e il nome per il partito che nel 2020 è riuscito a fare eleggere 11 consiglieri nel distretto di ViennaIl movimento viene definito “birrocratico” e aspira ad un mondo che si fondi sulla birra e sullalibertà di opinione, come sulla libertà di poter scegliere il tipo di birra che si preferisce. Unica, grande opposizione, viene fatta a chi beve la Radler, bevanda mix di birra e limonata, al centro dello slogan del partito: “Vivi e lascia vivere (tranni i bevitori di Radler)“.

Definire la Bierpartei un partito satirico è riduttivo“, spiega il politologo Peter Filzmaier all’ANSA. “E’ vero – aggiunge – che è stato fondato da un artista, ma è altrettanto vero che a Vienna si sta impegnando a livello programmatico“. Dr. Pogo da due anni è consigliere di circoscrizione. “Tra gli austriaci – spiega Filzmaier – c’è molto scontento ed evidentemente basta essere diversi per raccogliere l’8% dei consensi“. Il successo fa venire in mente il Beppe Grillo dei tempi del vaffaday. Il paragone – secondo Filzmaier – però non regge, “tranne per il fatto che entrambi sono artisti“. “Wlazny è un europeista convinto e non pesca consensi tra gli euroscettici, come invece fecero i primi 5 stelle“. Dr. Pogo ama la provocazione, come dimostra la sua promessa elettorale di una fontana pubblica con la birra al posto dell’acqua. A proposito, il nome del partito deriva dal brano “Bierpartei” del gruppo punk-rock “Turbobier” dello stesso Wlazny.

Sono soprattutto i giovani a captare l’ironia di queste iniziative, in contrasto con il grigio della politica, fresche come un sorso di birra fredda, verrebbe da dire. Guai perciò a prenderle sul serio. Chi scrolla il sito della Bierpartei scopre che i temi sono ben meno alcolici e toccano la pace sociale, la sicurezza e l’uguaglianza sociale.

Durante la pandemia il medico, che non esercita più la professione a causa del suo successo come musicista, non ha avuto dubbi e ai margini di un concerto ha vaccinato alcuni fan. In questa “non campagna elettorale“, visto l’esito scontato in partenza, il 35enne è stato il campione di Tiktok e i suoi comizi assomigliavano spesso a concerti rock. La sua confessione fatta con il sorrisetto in tv di aver “forse fumato due spinelli” nella sua vita è diventata virale sul web. Con un linguaggio facile Wlazny ha comunque sensibilizzato l’elettorato giovane per i cambiamenti climatici e per il dramma dei respingimenti forzati di migranti. Un elettore under 30 su cinque ha dato il suo voto a Dr. Pogo. Filzmaier non esclude che la Bierpartei possa avere un futuro politico. “Ci sono molti delusi dei partiti tradizionali, resta la domanda se Wlazny potrà intercettarli e creare le strutture necessarie per ripetere il risultato delle presidenziali“, conclude il politologo.

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