La Baia di Inhambane, nel sud-est del Mozambico, è mostrata in questa immagine a colori reali acquisita dalla missione Copernicus Sentinel-2.
La Baia di Inhambane è una profonda insenatura entro cui scorre il piccolo fiume Mutamba. Nel nord della baia, dove le acque sfociano nel Canale del Mozambico, un braccio dell’Oceano Indiano, le diverse profondità dell’acqua sono identificabili nei toni del verde e del blu.
Nella Baia di Inhambane si possono scorgere due piccole isole: Ilha dos Porcos (Pig Island, Isola dei Maiali) a nord e Ilha dos Ratos (Rat Island, Isola dei Topi) a sud. Su un lato della baia sorge la città storica di Inhambane, capitale della Provincia di Inhambane, mentre la città gemella Maxixe, la capitale economica di Inhambane, si trova proprio di fronte ad essa. La provincia è il secondo più grande coltivatore di anacardi dopo Nampula, e produce anche cocco e agrumi.
La regione appartiene alla foresta costiera a mosaico di Zanzibar-Inhambane meridionale, una ecoregione forestale tropicale dell’Africa orientale. L’ecoregione si estende per circa 50 km dalla costa verso l’interno e mantiene una varietà di habitat tra cui foreste, savana e paludi.
La lunga costa di Inhambane supporta le attività della pesca, mentre le splendide spiagge di Barra e Tofo, situate sul lato opposto della penisola, sono rinomate destinazioni balneari. Anche la costa è costellata di barriere coralline che la rendono una regione molto popolare per le immersioni subacquee e lo snorkeling. Le acque al largo della costa sono inoltre famose come una delle ultime aree rimaste in Mozambico ad ospitare popolazioni di dugongo.
L’ampia linea costiera del Mozambico aumenta la vulnerabilità della nazione ai cicloni tropicali che si sviluppano nell’Oceano Indiano come pure alle inondazioni causate dalle mareggiate. Più della metà della popolazione vive in zone costiere basse, mettendo le comunità a rischio. La baia di Inhambane era pericolosamente vicina al punto in cui il ciclone Idai è approdato nel 2019 causando distruzione diffusa in tutto il Paese.
I satelliti in orbita attorno alla Terra possono fornire informazioni aggiornate indispensabili per osservare tali eventi e, soprattutto, per mappare le aree allagate per le squadre di intervento che affrontano queste terribili situazioni. Questa immagine è stata acquisita dalla missione Copernicus Sentinel-2, che si basa su una costellazione di due satelliti, entrambi in orbita attorno alla Terra a un’altezza di 786 km, a 180° di distanza. Questa configurazione ottimizza la copertura e i tempi di rivisitazione globale.
Questa immagine fa parte del programma video Earth from Space.