“Bomba sporca”, anche l’Italia si prepara: a Roma si mobilitano i servizi

La "bomba sporca" tra Russia e Ucraina spaventa il mondo: a Roma si mobilitano Aise e Stato Maggiore Difesa
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La Russia negli ultimi giorni ha lanciato numerosi allarmi rispetto alla possibilità che l’Ucraina possa utilizzare una “bomba sporca“, parlando di “terrorismo nucleare” e preparando i propri soldati a combattere in condizioni estreme in cui si utilizzano armi chimiche e atomiche.

L’Ucraina ha risposto che “bisogna preoccuparsi” di queste dichiarazioni perché significherebbero che “sono proprio i russi a voler usare questo tipo di armi e stanno preparando il terreno per dare la colpa a noi“. L’intelligence USA, invece, ha dichiarato che “i russi non useranno armi nucleari” e che “non ci sono segnali in tal senso“. La situazione resta particolarmente inquietante dato il livello dell’escalation della guerra in Ucraina e delle tensioni internazionali.

In questo contesto, anche l’Italia si muove. A Roma cresce la mobilitazione delle strutture dei servizi segreti: dopo l’annuncio della “bomba sporca” paventato dalla Russia è scattato un allarme specifico di alto livello, molto simile a quello di una minaccia nucleare che coinvolge i bracci operativi al servizio delle decisioni politiche finali: Aise e Stato Maggiore Difesa che riferiscono h24 in linea diretta con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il titolare della Difesa Guido Crosetto.

L’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) guidata dal generale Gianni Caravelli riferisce costantemente con Palazzo Chigi riportando tutte le informazioni sulla guerra tra Russia e Ucraina, comprese notizie riservate a livelli molto alti di segretezza, in grado di mettere i vertici di palazzo Chigi e dell’esecutivo nella piena conoscenza della situazione affinché possa prendere le decisioni politiche nel modo più consapevole e corretto possibile. E adesso, come riporta stamani un articolo del Sole 24 Ore, i livelli di riservatezza delle informazioni sulla cosiddetta bomba sporca sono altissimi. Info preziose, se le notizie sono specifiche, in vista delle scelte politiche prossime future.

Poi c’è lo Stato maggiore Difesa, organo di comando e coordinamento operativo delle forze armate, dove il II reparto Ris (informazioni e sicurezza) svolge le funzioni di intelligence militare sul conflitto russo ucraino e in questi giorni particolarmente focalizzato su questa fantomatica bomba sporca. Il Ris è guidato da un generale di brigata dell’Esercito ma le informazioni arrivano da tutti i flussi info-operativi delle forze armate. “Poi queste notizie sono messe a sistema con il J2 della Nato, la cosiddetta intelligence della coalizione” spiega sempre al Sole 24 Ore Andrea Margelletti, presidente del Cesi (Centro studi internazionali).

Il rischio che Putin usi una bomba nucleare sta preoccupando molto la Nato, che ha già tenuto numerose riunioni sul tema anche per decidere come eventualmente reagire.

“Il Ris contribuisce all’immagine, la cosiddetta picture, dell’intelligence Nato” aggiunge Margelletti. La condivisione tra gli alleati della coalizione Atlantica di tutte le informazioni tattiche e strategiche è un percorso essenziale, decisivo, sia per la difesa sia per la reazione alla bomba sporca. “Fondamentale alla Difesa è il monitoraggio delle comunicazioni – aggiunge Margellettia cominciare dalle posture assunte nel teatro operativo. Se arrivasse la notizia della decisione russa di sgomberare una certa area, quella può essere considerata una “postura” per l’utilizzo della bomba sporca“. Ed effettivamente negli ultimi giorni i russi hanno evacuato migliaia di cittadini dalla zona di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. È uno dei dossier più caldi sul tavolo del nuovo ministro Crosetto.

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