I satelliti sono stati gli unici testimoni: il 4° lago proglaciale più grande del mondo si è improvvisamente prosciugato nel 2020. I ricercatori dell’Università di Hokkaido sono riusciti a risalire alla causa: il crollo di un dosso di sedimenti allo sbocco del lago.
I laghi proglaciali si formano quando l’acqua di disgelo dei ghiacciai in ritirata viene intrappolata dal ghiaccio o da una morena lasciata dallo stesso o da un altro ghiacciaio. Il clima attuale contribuisce al recente aumento globale del numero e del volume di questi laghi, e anche loro stessi contribuiscono allo scioglimento dei ghiacciai ancora più velocemente. Tuttavia, questi laghi possono prosciugarsi molto rapidamente quando le “dighe” che li contengono si rompono per vari motivi. Un tale evento catastrofico non solo rappresenta un rischio diretto per la sicurezza dell’uomo, ma influenza anche gli ecosistemi a valle a causa dell’improvviso afflusso di una grande quantità di acqua dolce. È quindi importante monitorare i laghi proglaciali e studiare le loro interazioni con l’ambiente circostante. Sfortunatamente, ciò è difficile a causa della loro posizione spesso remota.
Lo scienziato dell’Università di Hokkaido Shin Sugiyama e il dottorando Shuntaro Hata stavano studiando le fluttuazioni dei ghiacciai nella Patagonia cilena utilizzando immagini satellitari, quando hanno notato che il lago proglaciale “Lago Greve” si era notevolmente ridotto nel breve periodo tra aprile e luglio del 2020.
Nella pubblicazione dei risultati su Communications Earth & Environment, hanno aggiunto un’ulteriore analisi dei dati disponibili confermando che il livello dell’acqua del lago è sceso di 18 metri, il che si traduce in una perdita di 3,7 km cubi (o giga-tonnellate) di acqua, l’evento maggiore osservato da un satellite fino ad oggi.
Questa enorme perdita di acqua ha persino cambiato in modo misurabile il campo gravitazionale della Terra, come registrato dai satelliti GRACE, anche se i dati quantitativi di questi satelliti non sono coerenti con la quantità effettiva di acqua drenata.
Questo studio apre molte strade interessanti. In primo luogo, indica il cammino per la ricerca futura sulla dinamica dei ghiacciai. Sugiyama ha spiegato: “Questi risultati forniscono informazioni dettagliate sulle inondazioni derivanti da laghi glaciali su larga scala, che si verificano molto raramente e sono importanti per comprendere i disastri causati dai guasti dei laghi glaciali“.
Lo studio evidenzia inoltre la possibilità e le attuali limitazioni dell’utilizzo dei dati satellitari GRACE per l’osservazione di tali eventi. I ricercatori hanno sottolineato: “L’importanza delle misurazioni GRACE nello studio di tali eventi aumenterebbe se il calcolo delle letture del campo gravitazionale fosse adattato per eventi localizzati“.
Infine, lo studio fornisce dati concreti che possono essere utilizzati per comprendere meglio la dinamica delle interazioni tra i ghiacciai e i laghi che formano, in quanto “le variazioni osservate nel livello dell’acqua dei laghi glaciali può essere impiegato per prevedere cambiamenti dall’afflusso dai ghiacciai ai laghi“.