Per arrivare all’obiettivo ‘net zero’ (emissioni nette zero) del 2050 all’Italia servirà “un mix energetico molto ampio e flessibile” fra gas, rinnovabili, carbone e da questo punto di vista “la tecnologia più green è il nucleare“. Lo ha detto l’ex ministro della Transizione energetica e consulente del Governo Meloni Roberto Cingolani, illustrando a Sky24 alcune tabelle sugli approvvigionamenti energetici e sulle strategie future possibili per l’Italia, dove “uno degli errori fatti finora è stato un energy mix molto stretto, idrocarburi e un po’ di rinnovabili“. “Il nucleare – ha detto Cingolani – dà origine sempre a polemiche, è un peccato, da cittadino non farei il nucleare che c’è in Francia, quello delle grandi centrali. Ma la quarta generazione, i piccoli motori dei rompighiaccio, che non produce scoria radioattiva, si spegne da solo nel caso di malfunzionamento, dovrebbe essere studiato“.
Per l’aumento della produzione di gas sul territorio italiano, passata da oltre il 20% del totale nel 2000 al 3% di oggi, “si parla di circa un raddoppio rispetto a tre miliardi di metri cubi” ha detto Cingolani ribadendo che “il piano attuale aumenta la produzione solo nei giacimenti che ci sono e in zone limitrofe, trivellazioni in siti dove già ci sono. Non parliamo di esplorazioni altamente impattanti, poi deciderà il Parlamento“.
Il rigassificatore di Piombino “è cruciale: abbiamo la nave, abbiamo cinque miliardi di metri cubi di Gnl già prenotati, arrivare all’inizio dell’anno prossimo e non poterlo usare sarebbe una beffa“, ha spiegato Cingolani. Senza il rigassificatore “non saremmo sicuri energeticamente” e la scelta di Piombino come punto di partenza è “perché c’è il porto, la profondità giusta, la banchina giusta, i tubi che arrivano“.
Cingolani ha anche spiegato che “Da quando abbiamo proposto il price cap dinamico, il prezzo del gas su questa Borsa è sceso da 260 euro sotto i 100 euro. Basta parlare di una buona intenzione perché gli speculatori facciano un passo indietro“. Al Consiglio straordinario Ue sulll’Energia del 24 novembre in cui andrà in discussione la proposta del ‘price cap dinamico’ sul gas occorre “cercare di avere il pacchetto” convincendo i partner europei che serve solidarietà: l’Italia è “fra i Paesi che se la cavano meglio ma non è un motivo per venire meno alla solidarietà. La Germania è stata chiara, il problema per i tedeschi non è il prezzo ma la mancanza di gas e se c’è mancanza preferiscono avere le mani libere. Ma è un po’ contro la solidarietà europea, bisogna trovare un compromesso fra libero mercato e solidarietà“.
Cingolani ha concluso spiegando che “c’è un Governo nel pieno della sua autonomia, il ministro ha già reso in mano il dossier energetico, sono sicuro sia una cosa transitoria e il mio incarico è senza deleghe. Nessuno si aspettava una emergenza energetica di questa portata” – ha detto Cingolani – “c’è un passagio di consegne che, specificatamente per l’energia, è molto complesso e quindi si è convenuto, prima con Draghi e poi con la premier Giorgia Meloni, che fosse un po’ più strutturato“.