Eventi meteo estremi, ONU: “la metà del mondo non è preparata”

Guterres: "si verificheranno eventi meteo estremi. Ma non c'è bisogno che diventino disastri mortali"
MeteoWeb

Metà dei Paesi del mondo non è protetta da sistemi di allerta precoce contro le catastrofi naturali, e il dato è peggiore per i Paesi in via di sviluppo, più vulnerabili sul fronte del cambiamento climatico: è quanto emerge dal rapporto “Global Status of Multi-Hazard Early Warning Systems – Target G“, elaborato da due uffici delle Nazioni Unite e diffuso in occasione della Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastro.

Secondo il report, “i Paesi con una copertura di allerta precoce limitata hanno una mortalità per catastrofi otto volte superiore rispetto ai Paesi con una copertura da sostanziale a completa“.

Il mondo non sta investendo nella protezione di vite e di mezzi di sussistenza di coloro che sono più vulnerabili. Chi ha fatto di meno per causare la crisi climatica sta pagando il prezzo più alto,” ha affermato il segretario generale dell’ONU António Guterres, che ha invitato tutti i Paesi a investire in sistemi di allerta precoce: “Si verificheranno eventi meteo estremi. Ma non c’è bisogno che diventino disastri mortali“. Guterres ha chiesto all’Organizzazione Meteorologica Mondiale di guidare “una nuova azione per garantire che ogni persona sulla Terra sia protetta da sistemi di allerta precoce nei prossimi cinque anni“.

Il rapporto raccomanda di investire in tutti i settori dei sistemi di allerta precoce, ma in particolare “nella conoscenza dei rischi per una migliore pianificazione e nel costruire la capacità di agire tempestivamente da parte delle comunità a rischio“.

Un piano d’azione su come aumentare la copertura globale sarà presentato dalla WMO alla COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, in programma a novembre a Sharm El-Sheikh.

Eventi meteo estremi aumentati del 42% in Italia nel 2022

Dall’inizio dell’anno gli eventi estremi fra nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, bufere di vento e tornado che hanno provocato danni e vittime sono cresciuti del +42%, rispetto allo scorso anno con il 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3 anche se più violente secondo Isac Cnr“: è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’allarme Onu sul rischio catastrofi proprio in occasione dell’allerta maltempo arancione in Calabria e gialla in Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

L’esplosione degli eventi estremi nel 2022 con una media di oltre 9 al giorno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eswd, ha provocato danni che in agricoltura – sottolinea la Coldiretti – superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale. E’ evidente in Italia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima con le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattute su terreni secchi i quali – evidenzia la Coldiretti – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico, ma la percentuale sale al 100% per regioni come le Marche, secondo dati Ispra“.

Eventi estremi che – continua la Coldiretti – provocano danni perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall’abbandono. Nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni – sottolinea Coldiretti – con il cemento che ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra“.

Nello spazio di una generazione (25 anni) – denuncia Coldiretti – è scomparso più di 1 terreno agricolo su 4 (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente e la sicurezza dei cittadini. Per questo occorre fermare subito il consumo di suolo ma sono anche necessari – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve“.

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