I Paesi dell’Ue dovrebbero evitare misure che “sovvenzionino” il consumo di gas, perché il problema è la scarsità della materia prima e bisogna evitare ad ogni costo di arrivare nel prossimo “febbraio” ad uno scenario di “razionamento“, che colpirebbe in primo luogo l’industria. Lo ha spiegato il Presidente dell’istituto Ifo Clemens Fuest, oggi in audizione alla sottocommissione Tax del Parlamento Europeo. L’Ifo è uno dei più influenti centri di ricerca in campo economico della Germania.
Secondo Fuest, “tagli dei prezzi indotti dalla politica potrebbero peggiorare le cose”. “Se sovvenzioniamo l’uso del gas in ogni caso – ha detto – aumenteremo solo i prezzi, ma non affronteremo il fatto che abbiamo una quantità limitata” di materia prima. “Dobbiamo occuparci di questa quantità limitata: se utilizziamo strumenti politici che aumentano la domanda di gas, aumenta il rischio che finiremo in uno scenario di razionamento del gas. Nel febbraio 2023 o giù di lì, c’è una certa probabilità, secondo le simulazioni, che finiremo in uno scenario di razionamento del gas“, il che comporterebbe “proteggere le famiglie private e le infrastrutture critiche, ma le carenze farebbero crollare completamente l’industria”.
“Se entriamo in quello scenario – ha continuato Fuest – il calo del Pil sarà molto forte. Quindi, a mio avviso, nel breve termine” la gestione della crisi energetica “dovrebbe essere assolutamente evitare questo scenario di razionamento del gas. Ecco perché è così importante trovare strumenti che supportino le famiglie vulnerabili, ma allo stesso tempo evitare di aumentare la domanda di gas ed evitare di aumentare la domanda di gas proveniente dalle imprese”, ha concluso.