Quanto sta accadendo a Kherson, sommato alla sospensione dell’accordo sul grano e al rischio “nucleare“, sono temi caldi attorno ai quali le parti in causa hanno continuato a lanciarsi accuse reciproche. Il fronte più caldo, sotto il profilo militare, è quello meridionale. Proprio qui gli esperti prevedono nelle prossime settimane l’inizio di una grande battaglia. In questa regione la Russia ha mobilitato decine di migliaia di soldati nell’ultimo periodo.
Mosca non si ritirerà dall’oblast di Kherson. Per il Cremlino la prima grande città ucraina conquistata all’inizio del conflitto è di vitale importanza per l’approvvigionamento idrico della Crimea. Per Kiev la riconquista di quest’area equivarrebbe al successo più significativo dal 24 febbraio in poi, assieme a quelli ottenuti nella regione di Kharkiv, dove gli ucraini hanno ripreso in mano quasi tutto il territorio.
Putin non molla la presa e secondo le indiscrezioni delle ultime ore a Kherson starebbero arrivando anche numerosi detenuti liberati dalle patrie galere, alcuni dei quali persino sieropositivi. Emerge inoltre la volontà di Mosca di sfilarsi dall’accordo sul grano. “Sospendendo la sua partecipazione” all’intesa per lo sblocco dei porti “la Russia blocca due milioni di tonnellate di grano su 176 navi già in mare, sufficienti per sfamare oltre 7 milioni di persone“. A dirlo è il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Il Cremlino avrebbe motivato la decisione a causa degli attacchi, avvenuti sabato, contro quattro navi russe a Sebastopoli, per i quali ha apertamente accusato la Gran Bretagna.
Secondo Mosca le imbarcazioni facevano parte della flotta del Mar Nero che garantisce i corridoi sicuri per le esportazioni e per questo è stato deciso di sospendere immediatamente l’accordo. In serata il governo turco ha annunciato l’ennesima mediazione per sbloccare l’impasse. “Il nostro ministro della Difesa Hulusi Akar continua i colloqui e il coordinamento con le sue controparti“, hanno fatto sapere fonti di Ankara, che ha anche ribadito la volontà di continuare a impegnarsi per garantire la pace nella regione e a condurre operazioni umanitarie.
All’orizzonte rimane l’incubo nucleare. A lanciare il monito è ancora una volta il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, allarmato, a suo dire, per le recenti dichiarazioni provenienti da Varsavia. Il governo polacco si sarebbe “candidato” per ospitare bombe atomiche americane: “Questa situazione è molto preoccupante“, ha detto il rappresentante politico moscovita. In Europa, secondo Lavrov, “sono apparse persone che stanno cercando di giocare con il tema delle armi nucleari in modo piuttosto irresponsabile“.
Kiev, infine, denuncia pesanti attacchi nella regione di Dnipro, nell’Ucraina centro-orientale. Nella città di Nikopol sono stati colpiti dieci condomini, abitazioni private, edifici agricoli e un gasdotto. Nessuna vittima ma è l’ennesima provocazione ai danni della popolazione civile.