In un recente studio pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) i ricercatori hanno analizzato le riduzioni di emissioni derivanti dalle spedizioni navali a livello globale analizzando i cambiamenti nelle nuvole.
Il trasporto marittimo, secondo gli studi, produce il 13% dell’anidride solforosa a livello globale che, una volta ossidata in aerosol di solfato, è in grado di contrastare in parte l’effetto di riscaldamento dei gas serra. In questo modo influenza il cambiamento climatico. Le cosiddette ‘tracce delle navi‘, che sono specifiche regioni lunghe e strette delle nuvole, offrono un mezzo visivo utile, secondo lo studio, per monitorare le emissioni delle navi.
Si tratta di un mezzo grazia al quale è possibile monitorare gli effetti delle normative sui carburanti delle navi, sulle emissioni di settore. Per esaminare anche questi dati Duncan Watson-Parris e i colleghi hanno applicato un modello di apprendimento automatico basato su immagini satellitari e prodotto un database globale di oltre un milione di “tracce delle navi” negli ultimi 20 anni.
In particolare, gli autori dello studio hanno analizzato l’impatto dei limiti sul contenuto di zolfo nell’olio combustibile, emanati dall’Organizzazione marittima internazionale nel gennaio 2020. Lo studio ha così rilevato una riduzione uniforme delle “tracce delle navi” e delle emissioni associate in risposta tra l’altro proprio alle normative sui carburanti.
Secondo gli esperti il declino osservato non è lineare, con una riduzione dell’80%delle emissioni di biossido di zolfo e altri ossidi di zolfo legato a una riduzione del 25% delle tracce delle navi. I risultati dimostrano l’utilità di combinare l’apprendimento automatico e i dati di osservazione della Terra. E’ così possibile monitorare gli effetti delle normative sulla riduzione delle emissioni.