Il livello medio globale del mare, avverte la NASA, è aumentato di circa 21-24 centimetri dal 1880 e, come indicato dall’IPCC – Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici nel suo Sesto Rapporto di Valutazione pubblicato lo scorso anno, continuerà ad aumentare nel corso del XXI secolo di circa 28-55 cm se saremo in grado di contenere le emissioni di gas serra a bassi livelli, e fino a 63-100 nel caso di scenari ad alte emissioni, principalmente a causa dell’espansione termica e della perdita di massa di ghiacciai e calotte di ghiaccio.
“L’innalzamento del livello del mare è un rischio per la società, dal livello locale a quello globale“. Con questa dichiarazione di Sylvie Joussaume del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica e membro del Consiglio direttivo del Knowledge Hub on Sea Level Rise, ha preso il via lunedì 17 ottobre 2022 la Sea Level Rise Conference 2022.
L’evento internazionale di due giorni ha riunito oltre 300 tra ricercatori, portatori di interesse e decisori politici presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista a Venezia e online, per condividere le conoscenze scientifiche attualmente disponibili e necessarie per lo sviluppo e l’attuazione delle politiche sui cambiamenti del livello del mare a livello regionale e locale in Europa.
“L’innalzamento del livello del mare sta accelerando“, ha affermato la Prof. Nadia Pinardi, co-presidente del Knowledge Hub on Sea Level Rise, membro del Comitato strategico del CMCC e professore ordinario di Oceanografia all’Università di Bologna, introducendo la conferenza. “Siamo di fronte a qualcosa che potevamo aspettarci, ma ora abbiamo forti prove che stia accadendo. Oggi riceviamo molti dati dai satelliti e da altre fonti, e vi sono molte meno incertezze. È una grande sfida. Una sfida globale“.
“L’entità del contributo dell’Antartide ai futuri cambiamenti climatici è fonte della maggior parte dell’incertezza nelle proiezioni dell’innalzamento del livello del mare, con implicazioni significative” ha spiegato Florence Colleoni, glaciologa dell’OGS che ha partecipato alla conferenza. “Il riscaldamento degli oceani innesca processi di instabilità sulle piattaforme galleggianti sulla costa dell’Antartide che durano per diversi secoli e portano a un innalzamento del livello del mare di diversi metri. A causa dell’elevata capacità termica dei ghiacciai e delle calotte polari, l’innalzamento del livello degli oceani avrà un impatto su diverse generazioni, il che significa che i ghiacciai e le calotte continueranno a sciogliersi per diversi secoli o millenni, anche se riuscissimo a fermare oggi il riscaldamento” ha affermato Colleoni.
“Per creare percorsi adattivi, la conoscenza del sistema e la disponibilità di dati sono importanti, ma abbiamo anche bisogno di principi guida chiari per guidare le politiche e ridurre i costi di transizione, e di visioni di lungo termine“, ha concluso Giulia Galluccio del CMCC, co-leader del Task Group: Policy, Knowledge Hub on Sea Level Rise, e vicepresidente di JPI Climate. “Dobbiamo invitare i nostri responsabili politici a lavorare su questi temi con l’aiuto degli scienziati, sulla base dei dati disponibili e affrontando le incertezze. Ma soprattutto, abbiamo bisogno delle persone: prospettive diverse, conoscenze locali e del passato e un approccio inclusivo sono ciò che fa davvero la differenza“.
La conferenza è stata organizzata dalla piattaforma di networking Knowledge Hub on Sea Level Rise, un progetto congiunto tra due Joint Programming Initiatives: JPI Climate e JPI Oceans, insieme ai loro partner – il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia (CORILA) – e con il patrocinio del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021 – 2030. L’ambizione del Knowledge Hub è quella di promuovere lo scambio, la sintesi, l’integrazione e la creazione di conoscenze sull’innalzamento storico e futuro del livello del mare. A tal fine, fornisce valutazioni periodiche sui fattori che lo determinano, sugli impatti e sulle opzioni politiche per ciascuno dei principali bacini oceanici europei.
La conferenza ha avuto luogo nel cuore di una delle città più simboliche in quanto a vulnerabilità all’innalzamento del livello del mare. “Come è successo a Venezia, può succedere in altri luoghi del mondo. Venezia è la più antica città del futuro” ha affermato Pierpaolo Campostrini, direttore generale di CORILA, illustrando gli impatti dell’evento estremo che nel 2019 ha colpito Venezia danneggiando il suo patrimonio culturale, tra cui la Basilica di San Marco. Un evento estremo che mette in guardia su una tendenza che si prevede continuerà a crescere in termini di frequenza e intensità. “Il nostro patrimonio culturale è a rischio. La Basilica di San Marco è stata consacrata nel 1904, quando il livello medio locale del mare era più basso di oltre 1 metro rispetto a oggi. L’invecchiamento del nostro patrimonio culturale sta accelerando“.
“Abbiamo l’ambizione di costruire un progetto lungimirante“, ha spiegato Pinardi. “Il lavoro comune delle due Joint Programme Initiatives – JPI Climate e JPI Oceans – rappresenta un passo molto importante per favorire l’incontro tra scienza e politica“. Obiettivo della conferenza è infatti quello di promuovere un dialogo produttivo tra scienziati e amministratori locali delle coste europee, che nell’incontro hanno avuto la possibilità di condividere le loro esigenze specifiche a livello locale e di confrontarle con i più recenti risultati prodotti dalla ricerca.
Questa conferenza ha segnato la fine della prima fase dell’iniziativa: la creazione di una piattaforma interattiva che mette in connessione scienziati e portatori di interesse che lavorano sull’innalzamento del livello del mare in Europa. La fase successiva consisterà nel raggruppare i risultati e i dati emersi dall’incontro e presentarli in un innovativo rapporto di valutazione sui diversi livelli di rischio legati all’innalzamento del livello del mare sulle coste europee: un documento unico nel suo genere che includerà linee guida ed esempi di impatti osservati e previsti. La terza e ultima fase del progetto si concentrerà sul futuro del Knowledge Hub on Sea Level Rise: potrebbe divenire parte di un’agenzia europea già esistente, o costituirsi come nuova infrastruttura europea indipendente sull’adattamento all’innalzamento del livello del mare sulle coste europee.