Maltempo, la Liguria si candida per sperimentare nuove allerte per temporali

E' allo studio una sorta di 'alert' su smartphone se la situazione peggiora a evento in corso: la Regione Liguria si candida
MeteoWeb

Ho candidato la Liguria a essere una regione sperimentale per un nuovo sistema di allertamento meteo a evento in corso, se decideremo come Conferenza delle Regioni e come dipartimento nazionale di Protezione Civile di iniziare a ragionare su un certo tipo di nuova allerta per gli eventi più estremi”. Lo annuncia l’assessore alla Protezione civile della Regione Liguria, Giacomo Giampedrone, dopo un incontro oggi pomeriggio a Genova con il capo del dipartimento nazionale, Fabrizio Curcio.  

La Liguria ha una maturità tale, come centro funzionale, sala operativa e forze in campo, da potersi candidare a essere una regione che trascina il sistema verso una riflessione, che deve essere fatta molto rapidamente perché gli eventi sono sempre meno prevedibili e sempre più impattanti”, ha aggiunto l’assessore. 

L’attenzione si sta concentrando, in particolare, sulle allerte per temporali, il cui grado massimo al momento è arancione. L’idea a cui si sta lavorando è una sorta di “alert” che dovrebbe arrivare sugli smartphone, in caso di peggioramento della situazione a evento in corso: un meccanismo che raggiunga tutti i cittadini, a prescindere dall’iscrizione a qualche servizio di allertamento come avviene ora, per cui però, oltre alla parte informatica, vanno risolte le eventuali problematiche di privacy.  

Curcio: “aggiornare il sistema allertamento su eventi estremi” 

Dobbiamo verificare come rispondere meglio con i sistemi di monitoraggio attualmente disponibili agli eventi estremi. C’è un tema di prevedibilità importante e non è una questione solo italiana: lo stesso problema se lo stanno ponendo in Francia, in Grecia. Il sistema di allertamento va aggiornato e dobbiamo capire se possiamo fare dei passi in avanti”. Così il capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, oggi pomeriggio a Genova.

La tecnologia deve essere sfruttata, ma in un processo chiaro – aggiunge – non può sopperire alla comunicazione al cittadino, la tecnologia è utile, ma il cittadino poi deve sapere cosa fare. Il cittadino è l’attore principale, se non è convinto del percorso è tutto più difficile”. 

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