L’alluvione che ha interessato le Marche il 15 e 16 settembre “per estensione e profondità dei danni, può essere paragonato ad un nuovo e autentico sisma“. Lo ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, nelle sue comunicazione al Consiglio regionale sull’evento alluvionale, che ha provocato 12 vittime accertate, una persona ancora dispersa, nel Senigalliese, e ingenti danni tra le province di Ancona, Pesaro Urbino e in alcuni Comuni del Maceratese.
Acquaroli ha aperto il suo intervento rinnovando “il cordoglio, a nome mio personale della Regione Marche e dell’intera comunità marchigiana, alle popolazioni colpite dall’alluvione” e ringraziato nuovamente il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio (arrivato nelle Marche il 16 settembre, ndr) e i presidenti di tutte le Regioni italiane “che ci hanno fatto sentire da subito la loro vicinanza“, oltre a “tutti coloro che si sono prodigati al massimo per affrontare l’emergenza: Protezione civile, prefetti, forze dell’ordine, corpi e militari, i volontari e tutto il sistema regionale della Protezione civile“.
Il governatore ha ricordato anche l’istituzione di una commissione tecnica per un’indagine amministrativa sulle procedure relative al sistema di allerta regionale e la disposizione di un’indagine per verificare le attività e gli interventi tecnici, comprese le relative modalità di attuazione, effettuati dal Consorzio di Bonifica delle Marche anche in relazione all’alluvione.
Acquaroli ha articolato la sua relazione su quattro punti: la natura dell’evento che ha colpito le Marche; il sistema di allerta e la commissione di indagine amministrativa; la rilevazione dei danni, le misure di intervento emergenziali, le richieste nazionali ed europee; gli interventi strutturali regionali, nazionali ed europei per la sicurezza del territorio. Quanto al primo punto, ha citato il Rapporto di evento, che sottolineava l’ “eccezionalità” dell’ondata di maltempo abbattutasi sulle Marche, un temporale “autorigenerante“, che per gli esperti del Centro funzionale Multirischi della Protezione civile regionale, ha “una probabilità di accadimento una volta oltre mille anni“.
Ad ogni modo, ha ricordato, la Giunta ha istituito la Commissione tecnica di indagine che condurrà accertamenti sulle procedure seguite per l’allerta (di livello giallo e relativa solo due settori del territorio regionale (l’entroterra di Pesaro Urbino e quello della provincia di Ancona). Sul fronte delle misure di intervento, ha ricordato la richiesta dello stato di emergenza firmata dallo stesso Acquaroli poche ore dopo l’alluvione e accolta in meno di 24 ore dal Consiglio dei ministri, con un primo stanziamento di 5 milioni di euro, oltre al fondo regionale attivato dalla Giunta a sostegno della liquidità delle imprese, arrivato a 6 milioni di euro con una manovra di bilancio.
In primo piano gli investimenti per la prevenzione del dissesto idrogeologico: Acquaroli ha elencato i fondi programmati dalla Giunta Ceriscioli dal 2016 al 2020, “98,7 milioni di euro” e quelli programmati sotto la amministrazione nel 2021 e nel 2022, “oltre 108 milioni”, oltre alle risorse previste bel bilancio regionale per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi, cresciute, a suo dire, “da un milione nel 2018 a 4,3 milioni nel 2022” a cui si aggiungono “14 milioni per il 2023-2024 con l’assestamento di bilancio“.
Il dissesto idrogeologico è per le Marche “una priorità nella programmazione 2021-2027 dei fondi europei”. “E’ importante – ha concluso il presidente – far prevalere a livello legislativo nazionale le esigenze della sicurezza idraulica per la tutela della popolazione, rispetto ad altri tipi di interessi legittimi di natura ambientale, accelerando le procedure relative alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza dei fiumi e del territorio”.