La NASA afferma che il suo recente tentativo di deviare il percorso di un asteroide ha avuto successo. Gli scienziati hanno ora confermato che l’orbita di una roccia spaziale larga 160 metri nota come Dimorphos è stata alterata quando la sonda DART l’ha colpita il mese scorso. I ricercatori sono giunti alla conclusione dopo aver effettuato misurazioni utilizzando una gamma di telescopi spaziali e terrestri.
La missione è stata concepita per testare una potenziale strategia per difendere la Terra da oggetti minacciosi. Il risultato della missione DART dimostra che un’idea del genere funzionerebbe, a condizione che venga avviata con il giusto anticipo e che l’obiettivo non sia eccessivamente massiccio.
“Questa missione mostra che la NASA sta cercando di essere pronta per tutto ciò che l’universo ci lancia addosso”, ha affermato in conferenza stampa l’amministratore dell’agenzia Bill Nelson. “Credo che la NASA abbia dimostrato che siamo seri come difensori del pianeta“, ha aggiunto.
L’esperimento ha avuto luogo a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra e ha visto la navicella spaziale DART da 750kg entrare direttamente in collisione con Dimorphos, distruggendosi nel processo.
La roccia spaziale orbita attorno a un oggetto molto più grande (780 metri di larghezza) chiamato Didymos. Prima dell’impatto, il tempo impiegato da Dimorphos per compiere un’orbita intorno a Didymos era di 11 ore e 55 minuti. Le evidenze dai telescopi ora indicano che questo periodo orbitale è stato ridotto a 11 ore e 23 minuti, un cambiamento di 32 minuti.
“Questo è un cambiamento del 4% nel periodo orbitale di Dimorphos attorno a Didymos. DART gli ha dato una piccola spinta. Ma se vogliamo farlo in futuro, vorremmo farlo con anni di anticipo”, ha commentato la Dott.ssa Nancy Chabot del Laboratorio di Fisica Applicata della Johns Hopkins University, che ha guidato la missione per la NASA. “Il tempo di reazione è davvero fondamentale qui per consentire che questo tipo di deflessione dell’asteroide sia utilizzato in futuro come parte di una strategia di difesa planetaria molto più ampia”.
Missione DART: le ultime immagini di LICIACube
La conferenza stampa della NASA ha visto anche la partecipazione del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia, che ha mostrato le ultime immagini elaborate provenienti dal satellite LICIACube, con dei video in timelapse che ritraggono l’impatto a partire da alcuni secondi prima fino a circa 30 dopo.
“Fatemi fare le congratulazioni all’amministratore della NASA Bill Nelson e al suo team perché hanno fatto la storia con la deviazione di questi asteroidi. È qualcosa di cui andare fieri e il pianeta da oggi è un posto più sicuro. Dal punto di vista del team italiano è stata una opportunità unica di essere i reporter di questo evento visto che il satellite italiano LICIACube ha prima imparato a seguire DART e poi ha fotografato l’impatto con i due asteroidi Dimorphos e Didymos. LICIACube aveva a bordo due camere ottiche che hanno permesso di immortalare l’evento, ma anche di guidare la navigazione del cubesat. Il satellite italiano ha monitorato l’evento mentre viaggiava a una velocità di 6 chilometri al secondo. Subito dopo ha continuato a monitorare ciò che accadeva con un flyby intorno agli asteroidi. Ricordo ancora la sera in cui abbiamo visto per la prima volta le immagini e non credevamo ai nostri occhi. Un risultato molto importante”, ha detto Saccoccia.
L’evento straordinario è stato immortalato dal satellite dell’ASI LICIACube, che a 11 milioni di chilometri dalla Terra ha subito identificato il target con le sue due camere a bordo. Un risultato eccezionale che prevedeva le ‘riprese’ di un oggetto di dimensione di 160 metri a una velocità relativa di soli 6,6 km al secondo. Un’impresa unica con un know how tutto italiano, frutto di una collaborazione del tra università, imprese e centri di ricerca. Il satellite made in Italy ha realizzato in totale 627 immagini di cui ne abbiamo ad oggi 326 giunte a Terra. Una volta ricevute tutte le immagini, queste saranno oggetto di studi scientifici che ci daranno maggiori informazioni sulla nube creata dall’impatto e in particolare per caratterizzarne la struttura e la sua evoluzione. Altro importante risultato è la raccolta di immagini degli emisferi degli asteroidi non visibili a DART, utili a definire la forma e densità dei corpi celesti.
LICIACube (acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), compagno di viaggio di DART, grande quanto una scatola di stivali e di massa di circa 13 chilogrammi, è un progetto dell’ASI ed è stato realizzato interamente negli stabilimenti della società Argotec di Torino, ed è il primo satellite costruito nel nostro Paese ad affrontare un viaggio nello spazio profondo. Un vero e proprio reporter dello spazio.
Il team LICIACube, tutto italiano, comprende ricercatori del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli, dell’IFAC-CNR di Firenze, coordinati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).