Uno straordinario mosaico di epoca romana è tornato alla luce in Siria. Il reperto, ritrovato intatto dopo 1.600, include anche raffigurazioni di soldati nella guerra di Troia. Secondo le autorità che lo hanno presentato ieri al grande pubblico, è uno dei “più rari” mai trovati.
Il mosaico è l’ultimo ritrovato a Rastan, nel distretto di Homs, nel nord della Siria. E’ stato rinvenuto in un edificio che il governo ha sequestrato ai ribelli nel 2018. I soldati che vi sono illustrati portano spade e scudi. Presentano nomi di leader greci che hanno preso parte alla guerra di Troia, ha spiegato Hammam Saad, che dirige gli scavi e gli studi archeologici presso la Direzione generale dei musei della Siria. “Non è il più antico del suo genere, ma è il più completo e il più raro”, ha riferito Saad. “Non abbiamo altri mosaici simili“.
Dopo la scoperta, gli archeologi hanno rivelato un mosaico che si estende per circa 20 metri di lunghezza e quasi 6 metri di larghezza. E’ però opinione degli esperti che vi siano altre parti da trovare.
La Siria era il paradiso degli archeologi, sede di alcuni dei gioielli più antichi e meglio conservati delle civiltà antiche. Nel corso di un decennio, però, la guerra ha danneggiato irreparabilmente parte del suo leggendario passato.
I mosaici in Siria
I mosaici adornano molti dei siti archeologici più famosi della Siria, tra cui la Moschea degli Omayyadi di Damasco, il Museo Maarat al-Numan a Idlib, nonché i pavimenti e i murales dell’antica città di Palmira. Il gruppo dello Stato Islamico ha invaso Palmira nel 2015, trasformando l’antica città in un palcoscenico per esecuzioni pubbliche. Il suo famoso Arco di Trionfo, il santuario di Baal Shamin e il Tempio di Bel sono andati distrutti.
Tutti i sei siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO in Siria hanno subito numerosi danni.
Nella provincia di Homs, l’antica chiesa di Umm al-Zinar è stata incendiata. Ma non solo. La moschea Khalid Ibn al-Walid è stata danneggiata e i mosaici di Rastan sono stati saccheggiati.
Il caos che ha inghiottito la Siria al culmine della guerra ha permesso che pezzi mobili, come monete, statuette e frammenti di mosaico, venissero sparpagliati in tutto il mondo. A favorire questo processo è stato il mercato nero delle antichità.