Il sommergibile a propulsione nucleare russo K-329 Belgorod si muove nei mari artici e c’è il sospetto che la sua missione sia testare il missile-siluro Poseidon, in grado di portare testate nucleari a diecimila km di distanza. E’ quanto si legge in un’informativa della Nato, di cui parla Repubblica, secondo cui l’Alleanza è in allerta e monitora ogni possibile lancio di siluri dal sommergibile.
Lungo 184 metri e largo 15, il Belgorod può navigare in immersione a circa 60km/h e con un’autonomia virtualmente illimitata. Si ritiene che possa rimanere 120 giorni senza tornare in superficie. Nei giorni scorsi il suo nome è stato fatto in merito al possibile sabotaggio di Nord Stream, ma non ci sono prove a riguardo. A quanto pare sospetto della Nato, trasmesso ai comandi alleati, è che il sottomarino stia per sperimentare nell’area del Mare di Kara proprio il Poseidon. Chiamato in codice “Status-6“: un siluro lungo 24 metri capace di portare una testata atomica probabilmente da due megaton. Il missile-siluro è stato concepito per esplodere nella vicinanza della costa provocando uno ‘tsunami radioattivo‘.
Nato, non commentiamo indiscrezioni sul sottomarino russo Belgorod
“Non commentiamo presunte fughe di notizie o dettagli di intelligence“. Lo dice un ufficiale della Nato interpellato sulle notizie sull’esistenza di un’informativa dell’Alleanza secondo la quale il sommergibile russo Belgorod potrebbe voler testare il missile Poseidon nel mar Artico. Quanto al “sabotaggio” al Nord Stream, “è importante che le indagini in corso stabiliscano tutti i fatti. Gli alleati Nato stanno scambiando informazioni, anche con Finlandia e Svezia“, e “intensificando la cooperazione per proteggere le infrastrutture energetiche critiche. Questo include il sostegno per la Norvegia da Regno Unito, Francia e Germania“.
Dal Belgorod al Sarmat, la minaccia nucleare russa
Un arsenale di 5.977 testate nucleari a disposizione, più di qualsiasi altro Paese al mondo e di tutte le riserve Nato messe insieme, anche se circa 1.500 sarebbero ormai pronte per essere smantellate perché vetuste. E almeno 1.588 bombe pronte all’uso, già montate su basi di lancio da terra, lanciamissili sottomarini e caccia. Le stime della Federation of American Scientists danno il senso della minaccia atomica della Russia.
L’impiego di armi nucleari tattiche evocato da Vladimir Putin per il conflitto in Ucraina, con un potenziale e una gittata inferiori rispetto a quelle strategiche in modo da colpire obiettivi specifici sul campo, ha fatto inevitabilmente alzare il livello di allerta in Occidente. Secondo un’informativa della Nato, un potenziale pericolo sarebbe determinato dalla presenza del K-329 Belgorod nei mari artici: un enorme sommergibile a propulsione nucleare con “compiti speciali” di ricerca, esplorazione e soccorso a grande profondità – il più grande dai tempi della flotta sovietica, lungo 184 metri e largo 15 – che è però anche in grado di sparare il missile-drone Poseidon, concepito per portare testate atomiche da due megatoni a diecimila km di distanza ed esplodere nei pressi della costa, provocando uno tsunami radioattivo con onde alte fino a 500 metri che, aveva simulato la tv di stato russa, spazzerebbero via il Regno Unito.
A comporre la minaccia atomica russa ci sono anche altre “superarmi“, come le hanno ribattezzate i media di Mosca. A partire dal missile balistico intercontinentale Sarmat, considerato il fiore all’occhiello dei nuovi programmi militari. Un’arma che secondo Vladimir Putin “non ha eguali” al mondo ed è “in grado di eludere ogni sistema di difesa missilistico“, trasportando 15 testate nucleari lungo una traiettoria di volo fino a 18 mila chilometri.