La Russia si è ritirata da un accordo per consentire le esportazioni di grano ucraine dai porti del Mar Nero dopo che i droni hanno colpito le sue navi militari, una mossa che minaccia di esacerbare la crisi alimentare globale e di far salire di nuovo i prezzi.
La mossa di sabato è arrivata poche ore dopo che la Russia ha dichiarato che l’Ucraina aveva effettuato un attacco alla sua flotta del Mar Nero al largo di Sebastopoli, in Crimea. L’Ucraina non ha confermato la sua partecipazione all’attacco, ma ha chiesto una “dura reazione internazionale” alla decisione della Russia.
Il ministero degli Esteri russo ha definito la sospensione dell’accordo sul grano “a tempo indeterminato“. Mediato a luglio dalle Nazioni Unite e dalla Turchia, l’accordo di passaggio è stato fondamentale finora nel consentire il flusso di milioni di tonnellate di grano che si erano accumulate in Ucraina dall’invasione russa, oltre a consentire nuovi raccolti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha affermato che circa 170 navi sono attualmente bloccate, alcune delle quali in attesa da più di tre settimane.
Staccare la spina a un accordo considerato un passo fondamentale per alleggerire la crisi alimentare globale minaccia di estendere il significato del conflitto più in profondità, oltre l’Europa.