Diversi anni di siccità, insieme all’assenza di politiche, sta influenzando la capacità di riempimento delle dighe in Tunisia. Abdelsalam Saidi, direttore centrale per lo sfruttamento delle risorse presso la Società nazionale per la gestione e la distribuzione dell’acqua (Sonede), ha rivelato all’agenzia di stampa ufficiale “Tap” che la quantità d’acqua nelle dighe della Tunisia non ha superato il 32% della capacità di riempimento degli invasi a fine settembre 2022, pari a circa 759 milioni di metri cubi.
Secondo Saidi, tutto questo è “il risultato inevitabile di quasi sette anni consecutivi di siccità e dell’assenza di politiche vere e proprie per razionalizzare il consumo di acqua“. La quantità d’acqua presente nelle dighe su tutto il territorio del Paese nordafricano al 25 ottobre 2021 era del 29,5% secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio nazionale dell’agricoltura.
Saidi ha attribuito il deterioramento della situazione idrica in Tunisia “all’irregolarità delle precipitazioni, con frequenti periodi di siccità al nord (il tasso di precipitazione è di 1500 millimetri) e al sud (100 millimetri) all’anno“. Il funzionario ha riferito che le risorse idriche totali che possono essere mobilitate sono stimate in 4,8 miliardi di metri cubi all’anno, di cui 2,7 miliardi di metri cubi sono acque superficiali (dighe e laghi di montagna) e acque sotterranee a un tasso di 2,1 miliardi di metri cubi.
Saidi ha spiegato che la quota annua pro capite di acqua, attualmente stimata in Tunisia, è pari a 450 metri cubi, che scenderà ulteriormente nel 2030 per raggiungere i 350 metri cubi. La misura della scarsità d’acqua nel mondo è stata fissata in qualsiasi Paese, ad un tasso inferiore a 1.000 metri cubi all’anno, fissando il livello di scarsità estrema a meno di 500 metri cubi pro capite all’anno.