Terremoto Toscana, esperto: “evento fisiologico, 200-300 scosse ogni anno nell’area”

La scossa di terremoto di oggi a Borgo San Lorenzo, in Toscana, "è un evento abbastanza fisiologico, che si ripete più o meno una volta l'anno"
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Una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 si è verificata alle 05:49 di oggi, venerdì 21 ottobre, a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. La scossa è stata avvertita in provincia e fino a Pistoia. “Ogni anno registriamo circa 200-300 terremoti locali che avvengono fra l’Appennino settentrionale e la Toscana centrale. Quello di stamani è un evento abbastanza fisiologico, che si ripete più o meno una volta l’anno. Per fortuna si tratta di una scossa che non dovrebbe aver provocato danni, ma è stata chiaramente avvertita dalla gente”, afferma in una nota Andrea Fiaschi, sismologo dell’Istituto geofisico toscano.  

L’Istituto, che fa parte della Fondazione Parsec e ha sede a Prato, gestisce con 10 stazioni tutto il monitoraggio del Mugello, una delle zone sismiche più attive dell’Appennino. In Toscana complessivamente fanno capo all’istituto 22 stazioni di rilevamento (pozzetti con sensore e sistema di trasmissione dati alimentato da pannelli fotovoltaici), una rete che copre che una buona metà della Toscana, compresa l’Isola d’Elba, fino all’Emilia Romagna.  

A Prato, a villa Fiorelli dove recentemente è stata trasferita la centrale di monitoraggio sismico dell’Istituto, i movimenti della terra sono dettagliatamente studiati attraverso la rete di rilevamento e i computer che in tempo reale inviano i dati anche all’INGV di Roma.

Il monitoraggio del Mugello, con ben 10 stazioni di rilevamento, è complesso – spiega poi il direttore della Fondazione Parsec Marco Morelli -. Oltre alla manutenzione ordinaria effettuata da esperti che fra monti e boschi controllano continuamente le stazioni ed effettuano le riparazioni in caso di guasti, la strumentazione deve essere rinnovata ogni 7-8 anni e i costi sono alti”. Il conto ammonta a 100 mila l’euro l’anno, per il momento coperto interamente dal Comune di Prato e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Molto importante sarebbe il coinvolgimento della Regione Toscana e della Provincia di Firenze, coinvolgimento a cui stiamo già lavorando“, conclude Morelli. 

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