Un’analisi della forma dell’orecchio interno delle tartarughe e della sua connessione alla locomozione. E’ quanto presentato in un articolo pubblicato su Nature Communications. I risultati possono aiutare la nostra comprensione dell’evoluzione dei vertebrati.
L’orecchio interno, o labirinto osseo, percepisce il movimento e l’orientamento e la sua forma e dimensione sono state utilizzate per dedurre l’agilità negli animali estinti. Le tartarughe si sono evolute in oltre 230 milioni di anni. Sia le specie viventi che quelle estinte hanno una gamma di comportamenti locomotori e adattamenti ecologici. Ma si sa poco sull’evoluzione del loro labirinto osseo.
Lo studio sulle orecchie delle tartarughe
Serjoscha Evers e colleghi hanno esaminato 163 esemplari di tartarughe, che rappresentano 90 specie viventi e 53 estinte. Tra queste anche quelle dal guscio molle, tartarughe marine e marine caretta, che hanno una varietà di comportamenti locomotori.
Questi includono scavare, camminare a terra, camminare sott’acqua e nuotare per navigare in habitat terrestri, d’acqua dolce e marini. Gli autori hanno scoperto che le tartarughe hanno grandi orecchie interne rispetto alle dimensioni della testa. Secondo i ricercatori questo potrebbe essersi evoluto durante il loro adattamento agli habitat acquatici. Le tartarughe hanno una dimensione del labirinto osseo relativamente grande rispetto ad altri vertebrati. Dunque gli studiosi pensano che la dimensione dell’orecchio interno potrebbe non essere così fortemente correlata all’agilità come si pensava in precedenza. Potrebbe invece essere collegata all’acuità visiva.
Secondo i ricercatori le scoperte suggeriscono che esiste una maggiore diversità nella forma e nelle dimensioni del labirinto osseo di quanto si pensasse. Sono inoltre necessarie ulteriori ricerche in gruppi di tetrapodi e pesci poco studiati per esplorare l’evoluzione del labirinto.