Nel Regno Unito cresce l’ansia per il rifornimento di uova, alimento indispensabile per la colazione mattutina dei britannici. Non c’è ancora penuria, ma due catene di discount, Asda e Lidl, hanno introdotto negli ultimi giorni un limite sul numero di confezioni che ciascun avventore può comprare. Lo scopo è quello di evitare gli accaparramenti.
A incidere sulla produzione, e sui timori di una prospettiva di carenze maggiori nel prossimo futuro, è soprattutto l’allarme influenza aviaria fra i polli. Il virus è tornato a imperversare in diversi Paesi nelle ultime settimane, e in modo specialmente aggressivo nell’isola, dove le autorità veterinarie nazionali hanno imposto l’ordine di reclusione all’interno dei capannoni in tutti gli allevamenti aviari dell’Inghilterra e si preparano a disporre un possibile abbattimento precauzionale di capi a rischio (tacchini in primis) in vista del periodo di largo consumo delle feste di Natale e Capodanno.
A fare da aggravante anche l’inflazione, giunta nel Regno a ottobre oltre l’11%, con una stima fissata dal governo per fine anno al 9,1 solo grazie all’effetto delle prime misure di freno contenute nella rigorosa finanziaria d’autunno annunciata giusto ieri, sul prezzo delle uova come di altri prodotti, alimentari in testa. Prezzo schizzato in alcuni casi all’ingrosso, stando alle lamentele di ristoratori e titolari di caffè o gastro pub, fino a quasi 3 volte il costo medio d’un paio di mesi fa tra carovita e conseguenze dell’aviaria.