“Quando ero investigatore della Forestale, e dei carabinieri forestali poi, ho fatto l’istruttoria per oltre 200 sequestri di immobili abusivi nella sola isola di Ischia. Duecento. Eppure all’abbattimento si è raramente arrivati. Il che, francamente, è parecchio frustrante. Io facevo il mio, ma poi dopo centinaia di sequestri ti accorgevi che da qualche parte il sistema si inceppava“: è quanto ha affermato Sergio Costa, ex Ministro dell’Ambiente, intervistato da QN. “Abbattere costa, e quindi i soldi il Comune, o ora anche la Procura, deve andare a prenderli alla Cassa depositi e prestiti, ai quali deve poi renderli,” ha spiegato l’esponente M5s, proponendo “una legge organica sul dissesto idrogeologico che stabilisca procedure chiare e fondi certi per gli abbattimenti. Siamo all’inizio della legislatura, facciamo una legge bipartisan“. “Se la casa sta sul deflusso naturale delle acque non puoi ricostruire là, anzi non avresti mai dovuto edificare perchè sei in una zona di inedificabilità assoluta. Quelle case, piaccia o non piaccia, vanno abbattute. E mai più condoni,” ha sottolineato l’ex Ministro.
Costa ha poi evidenziato che quello del 2018 non è stato “affatto un condono“, “il titolo è sbagliato“. In pre-consiglio, ha ricordato, “dissi come molta fermezza: io vengo da quel territorio e vi dico che non esiste proprio che noi possiamo fare un condono perché se lo facessimo ci sporcheremmo le mani di sangue“. “Conte decise con l’articolo 25 del decreto emergenze di dare un tempo di sei mesi ai cittadini di Ischia, che nel 2018 ancora in larga parte non avevano avuto uno straccio di risposta alle domande dei tre condoni del 1985, 1994 e 2003, per avere una parola definitiva sui condoni precedenti. Solo chi non aveva l’immobile abusivo avrebbe avuto contributi per il sisma del 2017. Questo era il senso: non finanziare case abusive. Altro che condono,” ha concluso.