Alluvione di Ischia, polemica sulla sanatoria: per Conte non ci fu condono

Legambiente accusa il governo Conte di aver accolto il condono a fronte di circa 600 case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento sull'isola
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Nessun condono, era solo una procedura di semplificazione“. Il leader del M5s Giuseppe Conte si difende così dalle polemiche sollevate dopo la frana a Casamicciola: in tanti nel mondo dell’ambientalismo e della politica lo additano oggi di aver introdotto di fatto nel 2018 con il cosiddetto decreto Genova, durante l’allora governo gialloverde di cui era primo ministro, una sanatoria per la ricostruzione post terremoto di Ischia. Un provvedimento che secondo Legambiente avrebbe portato ad un migliaio di richieste di condono a fronte di circa 600 case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento sull’isola.

L’articolo 25 del decreto sul Ponte non era affatto un condono“, spiega Conte precisando che si è trattato di “uno dei primi dossier che abbiamo assolto con senso di responsabilità cercando di sbloccare una situazione che c’era senza derogare ai vincoli idrogeologici. Era una procedura di semplificazione“. Parole che non hanno fermato il polverone di accuse. “Sono dichiarazioni farneticanti. Ha fatto un condono a Ischia, ha chiuso l’Unità di missione sul dissesto e non si vergogna? Eppure quattro anni fa glielo avevamo detto“, attacca il leader di Italia viva, Matteo Renzi.

Carlo Calenda di Azione parla di un provvedimento “pericoloso“, difendendo l’unità di missione ‘Casa Italia’ istituita in precedenza da Matteo Renzi e “cancellata” dal Conte I: “entrambi gravi errori, ma cercare a posteriori di prendere in giro gli italiani con eloquio stile azzeccagarbugli è anche peggio“, conclude. Aldilà della polemica, l’abusivismo in alcuni territori particolarmente esposti ad eventi climatici estremi sempre più frequenti e violenti resta in queste ore al centro del dibattito politico e non solo. Legambiente ha precisato che “è arrivato a 27.000, invece, il numero delle pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali: di queste risultano negli uffici tecnici di Forio 8.530 istanze, 3.506 a Casamicciola e 1.910 a Lacco Ameno“.

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sul tema non usa mezzi termini: “le persone devono capire che in alcune aree non si può abitare, non esiste l’abusivismo di necessità. Le costruzioni nelle zone fragili dal punto di vista idrogeologico vanno demolite“. Inoltre a Ischia, dopo il terremoto del 2017 “è stato nominato un commissario di governo ed è stata applicata una normativa totalmente sgangherata – accusa il governatore – completamente diversa da quella applicata nelle aree del terremoto del Centro Nord. Il commissario nominato pensava di fare un piano di ricostruzione a prescindere dai Comuni. Sbagliando. Quindi non ha concluso niente. Sulla partita abusivismo si è fatta solo confusione“.

Il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli invece prende di mira anche il governo Meloni. “Su Ischia – dice – aveva l’occasione di lanciare un segnale importante: sbloccare il piano di adattamento climatico, rimasto nel cassetto del ministro Pichetto Fratin, e di ribadire il mai più condoni edilizi approvando la legge sullo stop al Consumo di suolo, che viaggia in Italia al ritmo di 2 metri quadri al secondo. Invece ancora una volta ai disastri si risponde, inadeguatamente, esclusivamente con i soldi e non con le regole. C’era da aspettarselo da una destra che in Campania ha fatto campagna elettorale promettendo un nuovo condono edilizio“.

I fatti parlano. Quello fatto dal governo 5stelle-Lega nel 2018 per Ischia fu l’ennesimo condono edilizio. Le carte parlano. Il testo della legge parla di condono. Non si può riscrivere la storia a piacere a seconda di come tira il vento. O siamo ancora al ‘questo lo dice lei?’“. Così su Twitter il senatore del Pd Carlo Cottarelli.

Curcio: “si parla di prevenzione solo dopo le tragedie”

Mi trovo a parlare di prevenzione solo durante le emergenze, è drammatico a tutti i livelli. Oggi siamo qui a parlarne perché purtroppo c’è una tragedia. Dobbiamo ampliare il tema delle discussioni anche quando non siamo all’interno di un evento drammatico. C’è anche la prevenzione strutturale. O noi mettiamo in sicurezza le nostre infrastrutture, oppure è evidente che non è sufficiente”. Lo ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio a Che Tempo che Fa, su Rai 3.

Dobbiamo prendere atto che il territorio è fragile, più del 94% dei nostri comuni è soggetta a frana: erosione costiera, rischio alluvioni, con un’esposizione di popolazione elevatissima. Più di 200 mila frane censite, un territorio fortemente sismico, dobbiamo prendere atto che la bellezza del nostro territorio viene scontata con la fragilità. La consapevolezza deve essere istituzionale dal punto di vista della gestione e della prevenzione, ma anche come cittadini nel modo di essere più presenti“, ha detto ancora Curcio.

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