Artemis, dalle 13 anomalie allo storico flyby: Orion sempre più vicina alla Luna

E' il primo viaggio in assoluto di Orion oltre l'orbita terrestre, la capsula "sta superando le aspettative"
MeteoWeb

La capsula Orion della missione Artemis I della NASA sta superando le aspettative nello Spazio profondo, mentre mantiene la rotta verso la Luna. La navicella sorvolerà il satellite lunedì 21 novembre: lo hanno confermato i funzionari dell’agenzia.

La missione Artemis I è decollata mercoledì 16 novembre, inviando Orion (senza equipaggio) verso la Luna in cima a un enorme razzo Space Launch System (SLS). E’ il primo viaggio in assoluto di Orion oltre l’orbita terrestre, ma la capsula si è comportata egregiamente, hanno affermato i membri del team di missione.

Finora Orion si è comportata alla grande,” ha dichiarato Jim Geffre, vehicle integration manager della navicella. “Tutti i sistemi stanno superando le aspettative dal punto di vista delle prestazioni“.

Il flyby di Orion

Orion raggiungerà la Luna lunedì 21 novembre, passando ad appena 130 km dalla superficie grigia e polverosa, alle 13:44 ora italiana. Il piano della missione prevede che la capsula conduca un’accensione cruciale del motore di 2,5 minuti durante l’avvicinamento, una manovra che preparerà il terreno per l’inserimento nell’orbita lunare 4 giorni dopo.

I membri del team di Artemis I decideranno se effettuare o meno il “powered flyby burn” dopo una riunione che si terrà oggi. Sarebbe sorprendente, però, se finissero per cambiare il piano. “In questo momento stiamo andando bene e siamo pronti per continuare l’esecuzione,” ha dichiarato il direttore di volo di Artemis I Jeff Radigan.

Le anomalie di Orion

Tutto ciò non vuol dire che il volo sia andato perfettamente liscio. Tredici anomalie sono state finora rilevate durante il viaggio di Orion, hanno riferito i membri del team della missione.

artemis orion

Una di queste anomalie riguardava una serie di letture irregolari dai tracker stellari di Orion, che la capsula utilizza per orientarsi. Ciò inizialmente ha lasciato perplesso il team, ma alla fine hanno stabilito che i tracker venivano confusi dal bagliore dei propulsori di Orion durante le accensioni. Dopo avere identificato la causa, il team è stato in grado di risolvere il problema. Tutte le altre anomalie riguardano problemi minori.

Problemi per alcuni CubeSat

I problemi potrebbero essere più seri per alcuni dei 10 CubeSat lanciati col megarazzo. Tutti sono stati dispiegati dallo stadio superiore di SLS come da programma, ma solo 5 si stanno comportando come previsto, ha dichiarato il responsabile della missione Artemis I Mike Sarafin.

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I CubeSat all’interno dell’Orion Stage Adapter presso il Kennedy Space Center della NASA in Florida. Credit: NASA/Cory Huston

ArgoMoon, BioSentinel, Equuleus, LunaH-Map e OMOTENASHIsono sulla strada del successo“, ha affermato Sarafin.

Gli altri 5 – cioè LunIR, Lunar IceCube, NEA Scout, CuSP e Team Miles – “hanno riscontrato problemi tecnici dopo il dispiegamento o hanno avuto comunicazioni intermittenti o, in un caso, non hanno acquisito un segnale con l’asset di comunicazione pianificato,” ha aggiunto.

Sarafin ha sottolineato, tuttavia, che lui e gli altri membri del team di Artemis I non dispongono di informazioni migliori o più aggiornate sui CubeSat, che sono veicoli spaziali indipendenti gestiti da una varietà di team diversi. OMOTENASHI, ad esempio, è una minuscola sonda giapponese che mira a fare atterarre un lander da 1 kg sulla superficie lunare.

I danni alla torre di lancio

Sarafin ha anche rivelato che la torre di lancio mobile di Artemis I è stata danneggiata dall’SLS, il razzo più potente mai lanciato.

Credit NASA/Joel Kowsky

Ad esempio, le onde di pressione generate dalla spinta hanno fatto saltare le porte blindate dagli ascensori della torre durante il decollo di mercoledì.

Non è esattamente una sorpresa: la squadra si aspettava che l’SLS avrebbe assestato un colpo alla torre, ha detto Sarafin. I tecnici non sono ancora stati in grado di valutare appieno le condizioni della struttura, ma ci stanno lavorando. “Il team sta procedendo con molta cautela per valutare lo stato completo del sistema,” ha detto Sarafin.

L’inserzione in orbita

Se tutto andrà secondo i piani con il flyby di lunedì, Orion si preparerà per un altro burn il 25 novembre: quest’ultimo inserirà la capsula in un’orbita lunare retrograda distante, che porterà Orion fino a 64mila km dalla superficie lunare.

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Credit NASA

La capsula rimarrà in quell’orbita fino al 1° dicembre, quando effettuerà un altro burn che la metterà in rotta verso la Terra. Orion rientrerà con uno splashdown l’11 dicembre, nell’Oceano Pacifico, al largo della costa della California, se tutto andrà secondo i piani.

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