Il 70% dei bambini afghani minacciato da eventi climatici estremi: l’allarme siccità si estende al 2023

Clima: mentre la COP27 entra negli ultimi giorni, Save the Children chiede ai leader mondiali di garantire un'attenzione particolare ai temi dell'uguaglianza e ai diritti dei bambini
MeteoWeb

Mentre i leader mondiali stanno partecipando agli ultimi giorni di negoziati sul clima alla COP27, il 70% dei bambini in Afghanistan – uno dei Paesi più vulnerabili agli impatti della crisi climatica – è minacciato da eventi meteorologici estremi e si prevede che, nel Paese, la siccità si protrarrà fino al 2023.

La crisi climatica – rende noto Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e delle bambine e garantire loro un futuro – rappresenta un grave rischio per tutti i bambini afghani – quasi 13,2 milioni – le cui famiglie o comunità sopravvivono grazie all’agricoltura. L’attuale siccità e le inondazioni estive fuori stagione, infatti, spazzano via i raccolti, uccidono il bestiame, riducono drasticamente le forniture di cibo vitale e diminuiscono le fonti d’acqua.

Le piogge primaverili di quest’anno sono state le più scarse degli ultimi cinque anni e ora i bacini idrici del Paese e le altre fonti di acqua sotterranea si stanno prosciugando. Se anche la prossima stagione salterà, la siccità Paese si protrarrà fino al 2023. Nel frattempo, le inondazioni estive in altre aree del Paese hanno distrutto 85.000 acri di colture e ucciso 7.500 capi di bestiame, aggravando ulteriormente la situazione.

Circa 27,8 milioni di persone vivono nelle aree rurali dell’Afghanistan, per lo più in aziende agricole, e rischiano di fronteggiare un aumento nel numero delle minacce di shock climatici per via della loro dipendenza dall’agricoltura e dal bestiame per la sopravvivenza. L’attuale combinazione catastrofica di siccità estrema, inondazioni e crisi economica porta molte famiglie di agricoltori sull’orlo della fame, costringendole a ricorrere a misure drastiche per mettere il cibo in tavola.

I casi di malnutrizione nei bambini sotto i cinque anni registrati nelle cliniche mobili di Save the Children sono aumentati di quasi il 50% rispetto al gennaio 2022. I medici faticano a tenere il passo con l’aumento della domanda di cure. Con l’inverno alle porte e le scorte alimentari drasticamente al di sotto di quanto dovrebbero essere dopo il raccolto estivo, i prossimi mesi saranno critici per i bambini che stanno già sopportando il peso della crisi della fame.

Anche l’accesso all’acqua pulita diventa ogni giorno più difficile. I bambini camminano per ore per raccogliere l’acqua per le loro famiglie o, in alcuni casi, bevono acqua sporca esponendosi a malattie mortali (trasmesse dall’acqua) come la diarrea acquosa acuta. Una recente valutazione a livello nazionale ha rilevato che l’80% delle famiglie nelle aree rurali e il 75% delle famiglie nelle aree urbane non hanno abbastanza acqua per bere, cucinare e lavarsi.

Anche il lavoro minorile è in aumento. I genitori disperati tolgono i figli da scuola e li mandano a lavorare per strada, nelle case altrui, nelle fabbriche e nelle miniere per compensare il reddito perso a causa della siccità o delle inondazioni.

La siccità ha avuto un impatto negativo sulla mia vita. Molto spesso non posso andare a scuola perché passo il tempo a raccogliere acqua potabile. Un’attività che mi porta via molto tempo e non mi piace. In passato le fonti d’acqua erano vicine alla nostra casa ma ora si sono prosciugate. La siccità ha ridotto il reddito della nostra famiglia e quando non abbiamo soldi non possiamo permetterci di comprare il cibo di cui abbiamo bisogno. Ha avuto anche un impatto negativo sulla salute di mio fratello che è malnutrito perché non possiamo dargli cibo a sufficienza”, ha raccontato Fahim*, 10 anni, che vive con i genitori e il nonno Sohail* in una delle aree più difficili da raggiungere nella provincia di Balkh, nel nord dell’Afghanistan. La siccità ha devastato le loro vite, costringendoli a vendere i loro beni per comprare il cibo per sopravvivere.

“Due anni fa c’erano le piogge, avevamo abbastanza acqua per l’irrigazione e vivevamo bene. Negli ultimi due anni siamo privi di acqua per annaffiare i nostri campi e anche se li seminiamo non riusciamo a raccogliere nulla. Non riusciamo a coltivare nulla sulla nostra terra, abbiamo venduto tutto il nostro bestiame e non abbiamo più mucche e vitelli. Li abbiamo venduti per avere un po’ di soldi per soddisfare i bisogni della famiglia. In passato, quando avevamo abbastanza cibo, i nostri figli erano sani, ora sembrano scheletri“, ha aggiunto il nonno Sohail*.

I cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza e la gravità degli eventi meteorologici estremi in Afghanistan. Le famiglie non hanno modo di rimettersi in piedi prima che arrivi il prossimo disastro e se a questa situazione si aggiunge l’attuale crisi economica, la loro sopravvivenza è appesa ad un filo“, ha dichiarato il direttore nazionale di Save the Children in Afghanistan, Chris Nyamandi.

Con l’avvicinarsi dell’inverno, Save the Children è estremamente preoccupata per le famiglie colpite dalla siccità e dalle inondazioni per il modo in cui riusciranno a sopravvivere alle temperature gelide senza le loro normali scorte di cibo e senza un reddito sufficiente per pagare il riscaldamento e i vestiti invernali per i loro bambini. Non c’è dubbio che il cambiamento climatico stia rendendo la crisi in Afghanistan molto più estrema. I leader attualmente riuniti al vertice COP27 devono impegnarsi a portare un cambiamento tangibile nella vita quotidiana dei bambini afghani che stanno già soffrendo per gli impatti della crisi climatica. Non solo sono necessari solo finanziamenti umanitari immediati per aiutarli a sopravvivere all’inverno ma anche investimenti a lungo termine per aiutare le comunità ad adattarsi e ad affrontare il cambiamento dell’ambiente”, ha aggiunto.

Save the Children chiede ai leader mondiali presenti alla COP27 di garantire un’attenzione particolare ai temi dell’uguaglianza e ai diritti dei bambini mentre si prendono decisioni critiche che influenzeranno il loro futuro. L’Organizzazione chiede, inoltre, ai governi di sostenere la creazione di un nuovo meccanismo di finanziamento delle perdite e dei danni per il clima, per contribuire ad affrontare il costo degli impatti della crisi climatica sui diritti dell’infanzia. Ciò include il sostegno alle comunità già colpite dagli impatti climatici come i bambini in Afghanistan.

*Nomi modificati per proteggere le identità

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