Bronzi di San Casciano: ecco come sarà il museo | FOTO

Il comune di San Casciano ospiterà i bronzi rivenuti di recente dagli archeologi in un museo su diversi livelli
  • museo san casciano
    Foto Ansa
  • museo san casciano
    Foto Ansa
  • museo san casciano
    Foto Ansa
  • museo san casciano
    Foto Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
  • Bronzi San Casciano
    Foto Jacopo Tabolli / Ansa
/
MeteoWeb

San Casciano avrà il suo museo e i bronzi appena rinvenuti vi saranno ospitati. Una vasca sacra con statue, monete ed ex voto. Quanto rinvenuto dagli archeologia a San Casciano ha dell’incredibile e di certo merita una ‘vetrina’ che sia all’altezza. Come spiegato in un’intervista all’ANSA dal dg musei del MiC, Massimo Osanna, il palazzo cinquecentesco che accoglierà le 24 statue in bronzo e tutto il tesoro emerso dallo scavo del Bagno Grande. E sarà aperto al pubblico il prima possibile. Se tutto andrà liscio addirittura “entro un anno“, almeno le prime sale.

L’importante è cominciare a raccontare subito l’avventura incredibile di questi scavi“, spiega Osanna. Il dg del MiC cita Pamuk e il suo decalogo, “pensiamo a un museo che sia capace di rendere universali le storie delle persone, anche le più minute, tanto più che gli argomenti all’ordine del giorno duemila anni fa nel santuario del Bagno Grande erano la salute, la maternità, la fede, in una parola le vite e le aspettative della gente, valori universali e transtemporali, argomenti che interessano tutti noi oggi come allora“.

Intanto, a breve ci sarà una mostra che dovrebbe portare alcune delle 24 meravigliose statue a Roma, forse al Quirinale. Esattamente come fu 50 anni fa per i Bronzi di Riace. Domani, 15 novembre, al ministero della Cultura è in programma un incontro sui capitolati. L’amministrazione vuole muoversi il più in fretta possibile per assicurare allo Stato entro la fine dell’anno la proprietà dell’edificio che del resto era stato individuato già ad aprile scorso. Lo spazio è quello giusto: tre piani fuori terra oltre ad un grande seminterrato e ad un locale esterno, in tutto circa 500 metri quadrati, che la Curia ha accettato di vendere per 650 mila euro.

Gli spazi del museo

Si tratta di un ambiente fascinoso e intriso di storia, con pavimenti di cotto e travi di legno al soffitto, che ora dovrà essere ristrutturato e allestito con un progetto condiviso tra il ministero e tutta la squadra che lavora allo scavo. Un primo progetto scientifico già c’è, messo a punto proprio da Jacopo Tabolli dell’Università per stranieri di Siena che guida la missione, con il direttore di scavo Emanuele Mariotti e Ada Salvi della soprintendenza. E la soluzione immaginata dagli archeologi unita alle idee del direttore Osanna sembra promettere già da ora un’esperienza fuori dal comune.

Niente di già visto“, assicura il dg, quello di San Casciano “sarà un museo contemporaneo, con un’esposizione dei reperti sempre fluida e in divenire, capace di proporre nel tempo narrazioni diverse“. E il museo sarà ideato anche in prospettiva. Ci si attendono infatti, nei prossimi anni, anche altre soprese archeologiche che potranno venire fuori.

Condividi