Lo stato italiano finanzia più combustibili rispetto all’Arabia Saudita e alla Russia. Nel corso degli ultimi tre anni sono stati destinati a petrolio, gas e carbone 2,8 miliardi di dollari ogni anno. E’ quanto emerge da una nuova ricerca di ‘Oil change international‘ e ‘Friends of the earth‘ Usa. Allo studio hanno collaborato Legambiente e ReCommon.
Il rapporto ha analizzato la finanza pubblica per i combustibili fossili dei Paesi del G20; viene raccontato per esempio che “i Paesi del G20 e le principali banche multilaterali di sviluppo hanno finanziato una media annua di 56 miliardi di dollari” a petrolio, gas, e carbone; mentre le rinnovabili hanno ricevuto “una media annua di 29 miliardi di dollari nel periodo 2019-2021“.
Italia sesto finanziatore di combustibili fossili
L’Italia – osserva Legambiente – è “il sesto più grande finanziatore di combustibili fossili al mondo. Tra il 2019 e il 2021 ha fornito 2,8 miliardi di dollari all’anno in finanza pubblica per i combustibili fossili; più dell’Arabia Saudita, all’ottavo posto, e della Russia, al nono posto. I finanziamenti italiani per le fonti più inquinanti sono fluiti in gran parte attraverso l’Agenzia italiana di credito all’esportazione, Servizi assicurativi del commercio estero (Sace)“.
Secondo lo studio, l’Italia è “in ritardo, rispetto ad altri, nell’attuare un impegno congiunto a porre fine al finanziamento pubblico per i progetti internazionali sui combustibili fossili entro la fine del 2022“. Al nostro paese “mancano meno di due mesi per rispettare la scadenza di fine anno del suo impegno a porre fine alla finanza pubblica internazionale per i combustibili fossili. Altri Paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Belgio, Danimarca, Svezia e Finlandia, hanno già pubblicato nuove politiche per attuare l’impegno“.
Eppure “una quota molto inferiore della finanza pubblica italiana è andata all’energia pulita: una media annua di 112 milioni di dollari tra il 2019 e il 2022. Ciò significa che su un totale di 3,2 miliardi di dollari per il finanziamento dell’energia, l’89,8% è andato ai combustibili fossili e il 3,5% è andato all’energia pulita; 215 milioni di dollari, ossia il 6,7%, sono andati ad altre voci non meglio definite“.
L’Ipcc ha sottolineato come “la finanza pubblica per i combustibili fossili è gravemente disallineata rispetto al raggiungimento degli obiettivi di Parigi, ma che se spostata potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel colmare il divario verso azioni e politiche di mitigazione, consentendo riduzioni delle emissioni ed una giusta transizione“.