Prendiamoci cura della tiroide, anche a tavola

Cosa mangiare se si soffre di tiroide? A questa domanda risponde Domenico Tromba, endocrinologo, consigliere dell'ordine dei medici di Reggio Calabria
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Bisogna prestare attenzione, quando si parla di cure naturali. L’aggettivo “naturale”, infatti, non è certo sinonimo di “innocuo”. Non si deve pertanto credere che anche le sostanze di uso più comune, anche quelle che si assumono per via alimentare, non possano avere delle controindicazioni, specie in presenza di patologie“. È quanto afferma il dott. Domenico Tromba, endocrinologo, consigliere dell’ordine dei medici di Reggio Calabria, segretario regionale AME (Associazione medici endocrinologi) , membro cda Unime.

Le malattie della tiroide – prosegue l’illustre medico – hanno ormai assunto le caratteristiche di una vera e propria pandemia e dunque, in tutto il mondo molte persone a causa di svariate patologie tiroidee (ipotiroidismo da tiroiditi autoimmuni, congenito o iatrogeno in seguito a interventi di tiroidectomia oppure a terapie con iodio radioattivo) devono assumere l’ormone tiroideo a dosi, sostitutive della funzione tiroidea o soppressive della secrezione del TSH (Eutirox – Tirosint). Inoltre, molte persone hanno l’ abitudine di iniziare la loro giornata con un caffè espresso o “americanos”, spesso seguito da altri alimenti che compongono la loro colazione. Gli endocrinologi – afferma il dott. Tromba -in genere consigliano l’assunzione della compressa di ormone tiroideo (l-Tiroxina) a digiuno e di fare colazione dopo un periodo congruo di tempo. Le piante, infatti, che interferiscono direttamente con il funzionamento della tiroide, sono le più disparate:il caffè, ad esempio, pregiudica l’assorbimento della levotiroxina”.

“Non a caso-dice ancora l’esperto medico- durante la cura ormonale, l’endocrinologo potrebbe consigliare di assumere i farmaci almeno un’ora prima della colazione. In questo contesto, il tarassaco è vittima di un pregiudizio che sembrerebbe immotivato. Di fatto, benché la sua controindicazione sia passata per un certo periodo come assodata, nel caso di problemi alla tiroide, esso non dovrebbe essere evitato. Anzi, un decotto di tarassaco potrebbe stimolare i processi intestinali, alleviando così la stitichezza, che è uno dei disturbi tipici correlati all’ipotiroidismo. Il caffè, invece, influisce sull’assorbimento della levotiroxina (l’ormone tiroideo sintetico). Questo è il motivo per cui i pazienti tiroidei devono prendere la loro compressa ormonale sostitutiva almeno un’ora prima di bere il caffè’. In caso di disturbi alla tiroide-evidenzia l’endocrinologo- è importante fare attenzione alla dieta prediligendo o evitando cibi ricchi di iodio. Alcuni alimenti contengono sostanze che sono in grado di modificare l’assorbimento o l’utilizzo dello iodio, riducendone, di fatto, la disponibilità, e sono pertanto definite “gozzigene”. Cavolfiori, rape e soia sono i principali alimenti contenenti queste sostanze, tuttavia, il loro consumo moderato all’interno di una dieta varia non causa il manifestarsi di una disfunzione a livello della tiroide, ma potrebbe modificare l’effetto della terapia medicinale o ormonale in presenza di distiroidismo accertato”.

Accanto allo iodio, di grande importanza risulta essere l’apporto di altri micronutrienti quali selenio, zinco e magnesio. In particolare, il selenio potrebbe essere utile per la prevenzione delle disfunzioni tiroidee. Sono alimenti ricchi di selenio: il pesce azzurro (sardine fresche in primis);i molluschi, il fegato (frattaglie), i cereali, soprattutto integrali.

Zinco e magnesio sono microelementi – spiega il dott. Tromba – implicati in numerose funzioni nell’organismo che riguardano anche quella endocrina per cui è utile che l’alimentazione apporti questi elementi che sono presenti in: semi di sesamo, di grano tostato, di zucca e di anguria, carne di manzo, carne di agnello, ostriche, cioccolato fondente, arachidi e noci. Tra gli alimenti che influenzano la ghiandola ricordiamo anche il sale iodato che va inserito al posto del sale comune. Poi, pesce azzurro, crostacei, vongole.

Anche le alghe marine essiccate contengono molto iodio. Accanto a questi alimenti, le uova, i fagioli, lo yogurt, la carne preferibilmente di vitellone o il fegato, la frutta secca, i mirtilli rossi. Attenzione anche ad alcuni farmaci e integratori o prodotti di erboristeria-conclude il medico- utilizzati a fini dimagranti, in particolare come trattamento anticellulite, possono interferire con la funzionalità tiroidea anche in maniera grave per chi soffre di ipertiroidismo o intolleranza allo iodio. Incidono sulla tiroide tutti i cosmetici a base di fucus, alga bruna e più in generale estratti di o a base di sali marini o alghe. Ancora più cautela dev’essere usata con creme specifiche per il trattamento anticellulite, che possono contenere tiroxina.

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