“Oltre ai costi economici elevatissimi dobbiamo tener conto degli alti costi sociali che stiamo pagando con le tante vittime e feriti causati da frane e alluvioni“. E’ quanto dichiarato da Antonello Fiore, Presidente Nazionale Società Geologia Ambientale. “Solo nel periodo 2017 – 2021 il CNR ci ricorda che sono state coinvolte tutte le regioni italiane e in queste hanno perso la vita 86 persone, sono rimaste ferite 152 e hanno patito l’evacuazione ben 19.530 italiani“, precisa Fiore.
“Per avere una prevenzione efficace che riesca a limitare gli effetti del dissesto geo-idrologico causato da frane e alluvioni serve una visione unica è più ampia. Serve un Piano unico di mitigazione del dissesto geo-idrologico che tenga conto della pericolosità molto diffusa del Paese, partendo dai gradi di rischio più severi che interessano gli edifici strategici (scuole, ospedali, caserme) e gli edifici a uso pubblico. Si deve valutare nel dettaglio la possibilità di realizzare interventi di messa in sicurezza o di delocalizzazione, abbattimento e trasferimento in zone sicure.
Il Piano dovrebbe anche trattare gli edifici privati nella stessa maniera, prevedendo per quelli regolarmente realizzati una compensazione totale. Sistemi di monitoraggio potrebbero essere utilizzati per stabilire le priorità di intervento o rimodularle in base agli esiti dei risultati dei monitoraggi. E’ fondamentale ora fare un passo in avanti e istituire per legge l’Educazione Ambientale nei programmi ministeriali a partire dalla Prima Elementare”.
Il climatologo: “è necessario prestare la massima attenzione”
“A mente fredda, dopo questa ennesima tragedia, da un punto di vista meramente meteo climatico, occorre urgentemente e necessariamente puntare su aspetti tecnici e su altri divulgativi – educativi. Elementi entrambi facenti parte di azioni di adattamento al cambiamento climatico. E’ evidentemente assodato che la crisi climatica in atto si sta manifestando con un estremizzazione climatica che sfocia in fenomenologie meteoriche spesso statisticamente eccezionali e quasi sempre cause innescanti i processi gravitativi rapidi come quelli che stanno interessando ripetutamente il nostro territorio nazionale. Dunque, da una parte occorre raffittire le reti di monitoraggio idrometeorologico – ha affermato Massimiliano Fazzini, climatologo, geologo e Referente del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale – con particolare attenzione agli impluvi secondari nei quali storicamente si sono sviluppati fenomeni gravitativi tali da poter apportare condizioni di rischio per la popolazione; inoltre occorre formare tecnici ambientali negli aspetti di meteorologia operativa, cosi che essi possano essere preparati prima e durante occasioni di eventi meteorici intensi. Questi concetti debbono non solo essere contenuti nei Piani di Protezione civile, spesso vetusti e non aggiornati soprattutto in relazione all’appena citata crisi climatica – ma anche divulgati con frequenza crescente alla popolazione e soprattutto proposti a tutti i livelli scolastici, a partire dal primo anno della scuola primaria. Infine occorre rimarcare che si va formando ed approfondendo sul Mediterraneo meridionale una nuova bassa pressione chiusa, già attiva su Sardegna e Sicilia, che stazionerà per 36-48 ore sul Mare Ionio, apportando condizioni di perturbabilità ed instabilità, con associate precipitazioni anche intense sulle estreme regioni meridionali e sulla Sicilia; dunque in queste aree e fondamentale prestare massima attenzione in aree potenzialmente soggette a fenomeni alluvionali o in prossimità di aree caratterizzate da movimenti gravitativi di tipo rapido”.