Il documento finale del G20 di Bali conferma, in sostanza, gli impegni di decarbonizzazione presi l’anno svorso alla Cop26 di Glasgow. Tra questi soprattutto l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C dai livelli pre-industriali. Si riconosce inoltre che per combattere la crisi climatica è necessario superare i combustibili fossili. Inoltre, nel bilaterale fra Joe Biden e Xi Jinping è stata deciso di riavviare i colloqui fra i due paesi sul clima, interrotti da Pechino dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan.
Sono queste le novità sulle politiche climatiche emerse dal G20, e che potrebbero avere un influsso positivo sulla Cop27 di Sharm el-Sheikh. “I paesi G20 – scrive il think tank sul clima Ecco – ribadiscono i risultati del G20 di Roma del 2021 e della COP26 con la volontà di ‘aumentare urgentemente le ambizioni in materia di mitigazione e adattamento’ nonché di finanziamenti e perdite e danni. I leader G20 hanno ribadito la necessità di rivedere gli impegni nazionali esistenti per allinearli agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Attualmente tutti i piani climatici ci vedono sulla strada dei 2,4°C entro il 2100. La revisione del PNIEC nel 2023 sarà centrale per l’Italia in questo senso. Riaffermato l’impegno a rispettare il limite di 1,5°C, riconoscendo che minore sarà l’impatto degli effetti del cambiamento climatico se l’aumento della temperatura media sarà contenuto entro tale limite. I leader G20 hanno “deciso di proseguire gli sforzi per farlo“.
“Sull’energia – prosegue Ecco –, i leader G20 riconoscono che la strada è segnata per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica“. La conferma da parte del G20 degli obiettivi di Glasgow viene giudicata dal “guru” del giornalismo ambientale Ed King “molto di più di quello che la maggior parte di noi si aspettava da Bali“. Al G20 Ambiente ad agosto, molti paesi emergenti, fra i quali Cina, India e Sudafrica, avevano detto che di fronte alla crisi energetica non ritenevano più vincolanti gli impegni presi l’anno scorso alla Cop26.
“Sulla finanza internazionale, i paesi G20 chiedono alle Banche multilaterale di sviluppo di fare un passo avanti – sulla scia dell’iniziative di Bridgetown presentata alla COP27 dalle Barbados e supportata dalla Francia – affermando che la revisione indipendente del G20 sulle loro pratiche di prestito dovrà fornire un aggiornamento nella primavera del 2023. I leader hanno espresso preoccupazione per la situazione del debito dei paesi vulnerabili a medio reddito, chiedendo a tutti i creditori di intervenire con piani di ristrutturazione del debito equi e rapidi. Questi temi diventeranno centrali anche per la Presidenza italiana del G7 nel 2024”.
“I leader del G20 hanno inoltre dichiarato che è fondamentale migliorare la credibilità degli impegni delle istituzioni finanziarie in materia di emissioni zero nette, facendo eco al rapporto del Gruppo di esperti di alto livello delle Nazioni Unite pubblicato alla COP27, che ha fissato delle linee guida per gli impegni delle imprese. I leader del G20 hanno approvato il Rapporto 2022 del G20 sulla finanza sostenibile, che contiene raccomandazioni per le giurisdizioni che sviluppano regolamenti sulla finanza di transizione. Per raggiungere i nostri obiettivi climatici dobbiamo puntare sulla regolamentazione e fare in modo che queste entità si facciano avanti per ridurre realmente le emissioni. Infine, la Russia appare sempre più isolata. I leader del G20 hanno affermato che “l’era di oggi non deve essere quella della guerra”.
G20: 20 miliardi all’Indonesia per decarbonizzare
Venti miliardi di dollari per aiutare l’Indonesia a decarbonizzare, metà da governi di paesi sviluppati e metà da banche. E’ l’accordo annunciato al G20 di Bali dal governo di Jakarta. Gli stati che si sono impegnati a contribuire sono Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Canada, Danimarca, Unione europea, Germania, Francia, Norvegia e Italia. Il resto dei finanziamenti sarà fornito da banche. I 20 miliardi di dollari saranno spesi per chiudere alcune delle vecchie centrali a carbone del’Indonesia e per sostituirle con fonti rinnovabili.
Questo contribuirà all’obiettivo del paese di arrivare a zero emissioni al 2060. Il pacchetto finanziario comprende finanziamenti a fondo perduto, prestiti a tassi agevolati e di mercato, fideiussioni e assistenza tecnica. L’accordo è definito “Just Energy Transition Partnership“, sul modello di quello siglato l’anno scorso col Sudafrica alla Cop26 di Glasgow. Il Giappone e gli Stati Uniti hanno coordinato i contributi finanziari dai paesi donatori e dal settore privato. Altre “Just Energy Transition Partnership” sono in preparazione con Vietnam, Senegal e India.