Nel decreto Aiuti Quater, approvato lo scorso 10 novembre, il governo ha inserito la possibilità di rilasciare nuove concessioni per l’esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi al largo, “tra le 9 e le 12 miglia“ (16-22km dalla costa), in deroga al decreto legislativo del 2006. Inoltre, è prevista una specifica deroga per le concessioni entro le 9 miglia dalla costa “poste nel tratto di mare compreso tra il 45esimo parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po”, che corrispondono a circa 16km dalla costa al largo del Delta del Po, indicativamente tra Rovigo e Goro.
L’aggiustamento della distanza a 9 miglia potrebbe riaprire un giacimento al largo di Brindisi e alle grandi riserve del Canale di Sicilia, come le aree Argo e Cassiopea ma anche al giacimento Panda che potrebbe dare 1,7 miliardi di metri cubi, riferisce il Sole 24 Ore.
Il decreto prevede, inoltre, una speciale normativa specifica per le aree marine e costiere protette, dove le concessioni per l’estrazione dovranno rispettare tra 9 e 12 miglia dai perimetri esterni delle aree protette e saranno limitate a giacimenti con una “riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi”, in quanto giudicati di interesse strategico ai fini della politica energetica nazionale. In tutti i casi, per i giacimenti è necessaria la “presentazione di analisi tecnico-scientifiche e programmi di monitoraggio e verifica dell’assenza di effetti significativi di subsidenza, il cosiddetto “abbassamento del suolo”, sulle linee di costa da condurre sotto il controllo del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica”.
Venezia
Il Governo ha dunque cancellato il bando totale a due giacimenti del Golfo di Venezia e dell’Alto Adriatico, bloccati per legge da più 30 anni. Qui la paura era che l’estrazione del metano potesse avere effetti anche sull’equilibro di Venezia. Lo sblocco riguarda i giacimenti a nord del parallelo di Goro; sono stati liberati dal vincolo quelli davanti al Delta del Po fino al 45° parallelo, mentre restano vietati i 9 giacimenti davanti a Venezia.
Dallo sblocco dei due giacimenti nel Golfo di Venezia potrebbero essere estratti circa 15 miliardi di metri cubi, ad un tasso di circa 700 milioni di metri cubi l’anno.