“Ischia 2009 – Ischia 2022: Stessi risultati ma resta un problema anche per altre regioni“: queste le prime considerazioni di Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia (Org) all’indomani di quanto avvenuto a Casamicciola colpita dalla frana nella prima mattinata di ieri.
“Negli ultimi anni in regione Campania, come in regione Puglia e in tutta Italia, sono state eseguite progettazione per interventi sulla mitigazione del rischio geologico-idrogeologico, affinché l’uomo non soccomba dinanzi ai cambiamenti climatici che, almeno nel pensiero comune, sono l’impietosa causa di tutti i mali. Invece urbanizzazione selvaggia e cementificazione indiscriminata, spesso espressioni di una pianificazione “poco o per nulla attenta”, hanno cancellato l’originario assetto del territorio, sconvolgendo le naturali vie di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche. A ciò vanno aggiunti anche il disboscamento, l’assenza o l’insufficiente manutenzione dei corsi d’acqua e dei principali impluvi, la cattiva progettazione e l’insufficiente manutenzione delle infrastrutture. Tutto ciò è allarmante ma lo è ancora di più in considerazione del fatto che in gran parte d’Italia, come in Puglia, è assente uno dei più importanti strumenti alla base di una corretta pianificazione territoriale, una cartografia geologica aggiornata,” ha sottolineato l’esperta.
Il progetto Carg – Cartografia geologica e geotematica, “di cui si è parlato in un recente convegno che ha messo in evidenza come lo stesso sia a rischio per assenza di nuovi finanziamenti, è stato avviato alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso. Questo prevede la realizzazione e pubblicazione della cartografia geologica dell’intero Paese in scala 1:50.000, in sostituzione della vecchia cartografia in scala 1:100.000, realizzata tra il 1877 e 1976 dal Servizio geologico d’Italia. Nel caso di Ischia il Foglio Carg 464 evidenzia perfettamente quanto accaduto poiché il percorso delle acque per raggiungere il livello base coincide proprio con il porto di Casamicciola. Insomma, un disastro annunciato,” ha proseguito Amedei.
“Il problema è che il progetto Carg è fermo da anni! Il territorio pugliese è interessato da 54 fogli cartografici in scala 1:50.000, molti dei quali rappresentano aree delle regioni confinanti. Dopo quasi quarant’anni, per l’intera Regione sono stati pubblicati, sul web e/o stampati su supporto cartaceo, solo 14 fogli rispetto ai 54 previsti. Attualmente è in corso di realizzazione un unico foglio.
Questo dato è preoccupante, anche più dei cambiamenti climatici. Infatti, una carta geologica aggiornata è forse il più importante tra gli strumenti al servizio di una corretta pianificazione territoriale, in quanto è impossibile pianificare su un’area senza avere contezza della natura dell’immediato sottosuolo e la sua propensione ai cedimenti, all’erosione e al dissesto; tantomeno è pensabile di progettare un nuovo quartiere cittadino o una nuova zona industriale senza conoscere i processi geomorfologici in atto come erosione costiera, tendenza al dissesto e franamenti, erosione ed esondazione fluviale. La conoscenza di base, sistematica e aggiornata, dell’ambiente fisico, suolo – sottosuolo e acque sotterranee, è fondamentale per la progettazione di interventi di prevenzione, riduzione e mitigazione del rischio idrogeologico e del rischio terremoti, nonché per il risanamento delle aree contaminate“.
Un intervento, quello di Amedei, “che vuole rappresentare un invito alla riflessione e alla prevenzione, auspicando una celere ripresa degli studi geologici nella nostra regione come nel resto dell’Italia al fine di acquisire e aggiornare le conoscenze di base necessarie all’attuazione di azioni di prevenzione e mitigazione il cui costo economico-sociale è certamente inferiore a quello degli interventi in regime di emergenza“.