È inspiegabile: un unico cane bellissimo, intelligente, educato e sensibile è rimasto solo, in montagna, assistito dai volontari dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Piacenza. I suoi compagni, come lui recuperati da un pastore che li teneva a croste di pane e acqua, hanno trovato una famiglia e una casa. Lui no. Lui aspetta.
Si chiama Baldo, e la sua vita inizia sulle montagne del Piacentino all’interno di un branco che viveva in semilibertà. Qui gli inverni sono rigidi e quando cade la neve i luoghi si coprono di una coltre gelida. Le guardie zoofile dell’Oipa di Piacenza sono intervenute per metterli in salvo e li hanno curati e sostenuti nell’ambito del progetto Alternativa al canile, il cui scopo è trovare una sistemazione fuori dalle sbarre di un box per i cani oggetto di rinunce di proprietà o messi in salvo da situazioni a rischio.
“Tre anni fa Baldo era un batuffolo bianco e nero di circa sei mesi“, racconta Paola Monga, coordinatrice delle guardie ecozoofile dell’Oipa di Piacenza e provincia. “Ci ha subito colpito il suo sguardo che tradiva il terrore di essere avvicinato. Mangiava quello che gli altri cani lasciavano e viveva con la sorellina sotto un carro agricolo abbandonato. Il pastore lanciava a terra tozzi di pane raffermo e questa misera risorsa scatenava conflitti e risse tra nel branco, che lasciavano cicatrici sui loro corpi“.
Così Baldo ha vissuto i suoi primi anni, in disparte, per non subire le angherie dei maschi del branco molto più grandi e forti di lui. Questa sua intelligenza e mitezza lo ha salvato dai pericoli e dalle sfide della montagna che ogni giorno ha dovuto superare.
“Da allora sono passati tre anni e Baldo è tra quelli che ce l’hanno fatta, è sopravvissuto al freddo e alla fame e al giorno in cui lui e i suoi compagni di sventura stavano per essere catturati e portati in canile“, prosegue nel racconto Paola Monga. “Siamo intervenuti appena prima e abbiamo portato Baldo e i suoi fratelli in un luogo sicuro, un grande recinto all’aperto con cucce e pappe abbondanti puntando a trovare una famiglia ognuno di loro. Ogni giorno li abbiamo fatti uscire in passeggiata: un’alternativa al canile cui abbiamo dedicato molto tempo e cuore“.
L’Oipa ha accompagnato questi cani anche in un percorso per renderli adatti alla vita in famiglia e loro hanno risposto in modo fantastico: hanno imparato tutti ad andare al guinzaglio, a salire sulla macchina, insomma ce l’hanno messa tutta per essere pronti a entrare in famiglia.
“Tante persone sono venute a conoscerli e, uno dopo l’altro, i suoi compagni hanno lasciato il recinto. Ma Baldo ancora aspetta la sua famiglia, la sua casa, la sua unica occasione per essere davvero felice”, spiega Monga. “Ora la notte scende presto e lo dobbiamo lasciare solo nel recinto senza luce e questo davvero ci strappa il cuore. Siamo sicuri che si senta abbandonato, lui che ha sempre convissuto con il suo gruppo con cui condivideva tutto. Non capiamo perché non sia ancora stato scelto, forse perché all’inizio sta in disparte e non si fa notare, ma basta una carezza e quando intuisce che nessuno gli farà mai più del male si abbandona a mille coccole”.
In passeggiata Baldo è una presenza delicata, sta a fianco e ogni tanto gira lo sguardo per accertarsi che ci sia qualcuno all’altro capo del guinzaglio, con il timore di essere di nuovo lasciato solo.