“E’ allarme nelle campagne con l’arrivo di forti temporali che si abbattono su terreni secchi che, se non riescono ad assorbire l’acqua, subiscono allagamenti ma anche frane e smottamenti“: è quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ondata di maltempo con l’allerta della protezione civile in 18 regioni per rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate, forti raffiche di vento e la caduta della neve in montagna.
“A preoccupare – sottolinea la Coldiretti – è anche il brusco abbassamento delle temperature in una situazione in cui il caldo anomalo ha mandato in tilt la natura con le piante che sono impreparate all’arrivo del freddo come dimostrano le fioriture fuori stagione da Nord a Sud del Paese, come in Puglia dove sono sbocciati i ciliegi mentre in Veneto fioriscono i nespoli ed anche le mimose in anticipo di 5 mesi rispetto all’8 marzo, il tradizionale appuntamento della Festa della donna“.
“Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno – continua la Coldiretti – superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale“.
“Il maltempo si abbatte sull’Italia in un 2022 che si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di +0,96 gradi rispetto alla media storica che ha però fatto anche registrare un eccezionale periodo di siccità che ha messo in ginocchio le coltivazioni con precipitazioni ridotte di 1/3 rispetto alla media storica“, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr. “La tendenza al surriscaldamento è dunque evidente in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020“.
“Negli ultimi 30 anni – spiega la Coldiretti – le temperature sono salite in Europa più che in qualunque altra parte del pianeta con un aumento del rischio di alluvioni ed eventi estremi, secondo il rapporto sullo Stato del Clima, messo a punto da Copernicus, l’agenzia dell’Unione europea che monitora il meteo e i cambiamenti climatici e dall’Organizzazione meteorologica mondiale. Di fronte all’impazzimento del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana“.