Il 18 novembre alle ore 11 si svolgerà il prossimo incontro della VI edizione di QuarantaScienza. Scienziati on-line.
“Come studiare con i raggi X l’universo violento e la fisica in condizioni estreme” è il titolo della conferenza di Paolo Soffitta (INAF).
I raggi X, radiazioni simili a quelle impiegate per le comuni radiografie, vengono emessi da sorgenti celesti in condizioni fisiche estreme come negli enormi campi gravitazionali in vicinanza dei buchi neri o negli enormi campi magnetici delle stelle di neutroni. Entrambi gli oggetti celesti sono il risultato della esplosione di stelle alla fine del loro ciclo evolutivo. I raggi X vengono emessi anche da sorgenti estese, come dal gas rarefatto che permea gli ammassi di galassie. Anche i resti delle supernove, enormi esplosioni che determinano la conclusione della prima vita delle stelle, emettono raggi X. Esistono inoltre galassie ‘attive’ in raggi X con enormi buchi neri al loro centro e dischi che accrescono oppure galassie attive ‘dotate’ di getti di particelle con velocità prossime a quelle della luce. Fortunatamente noi siamo schermati dalla nostra atmosfera ed i raggi X non possono raggiungerci. Per osservarli però bisogna portare la strumentazione oltre l’atmosfera per mezzo di palloni stratosferici di razzi o di satelliti. Per questo motivo l’astronomia in raggi X è nata solo nel 1962 grazie ad un razzo ideato e lanciato dal gruppo di Riccardo Giacconi, premio Nobel per la fisica per questa scoperta. In questa lezione sarà presentata una descrizione della storia dell’astronomia a raggi X e dello sviluppo della strumentazione impiegata, per scoprire le sorgenti più caratteristiche e ‘strane’ che sono scovate dagli esperimenti effettuati nel corso degli ultimi 60 anni.
Paolo Soffitta è ricercatore presso l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Nei primi anni 2000 ha partecipato alla progettazione, costruzione, calibrazione e funzionamento di SuperAGILE, il monitor a raggi X a bordo del satellite AGILE. Ha sviluppato con Enrico Costa un polarimetro sensibile basato su effetto fotoelettrico nel gas. È stato Principal Investigator di XIPE (fase A per ESA M4) e attualmente è il Principal Investigator italiano di IXPE, in volo come missione SMEX NASA-ASI.