Le forti scosse di terremoto che il 9 novembre hanno dato avvio all’intenso sciame sismico davanti alla costa delle Marche hanno reso inagibili decine di edifici e hanno danneggiato anche i luoghi sacri della regione. Secondo una prima raccolta della stima dei danni, la presidenza della Conferenza Episcopale Marchigiana (Cem) comunica che sono 30 le chiese danneggiate dal sisma del 9 novembre, che ha interessato in modo particolare le province di Ancona e Pesaro-Urbino.
I vescovi delle Marche parlano di “danni significativi a edifici storici di particolare pregio e di conseguente fragilità” e invitano “a mantenere alta l’attenzione sugli effetti sicuramente negativi e forse più pesanti di quanto apparso in un primo tempo”. La presidenza della Cem sottolinea che “l’emergenza riguarda certo le abitazioni e in particolare le famiglie che hanno dovuto lasciare la propria casa, ma anche gli edifici sacri, soprattutto quelli di alto valore artistico, sono un elemento fondamentale del nostro sistema sociale e turistico e vanno perciò difesi e restaurati nell’interesse del bene comune”.
Dal monitoraggio effettuato, risulta che per la diocesi di Fabriano ci sono danni alla cattedrale, che è stata chiusa, e ad altre 3 chiese; per la diocesi di Fano: 4 chiese risultano danneggiate seriamente e sono state chiuse, mentre in altre 5 chiese e nell’Episcopio ci sono danni significativi; per la diocesi di Pesaro ci sono danni significativi nella cattedrale e nell’Episcopio, altre 4 chiese sono danneggiate e chiuse, mentre ulteriori 6 presentano danni diffusi pur essendo ancora aperte; per la diocesi di Senigallia, 7 chiese che presentano danni, tra cui la cattedrale, sono state chiuse, mentre in altre si sta verificando l’entità dei problemi riscontrati; per la diocesi di Ancona, 11 chiese sono state chiuse dopo un primo sopralluogo, mentre su altre sono in corso verifiche più dettagliate.