E’ stata solo una coincidenza quella che ha portato ad una affascinante scoperta archeologica in Norvegia: un tesoro vichingo. Nel comune di Stjrdal un cittadino ha rinvenuto un tesoro risalente all’epoca dei vichinghi. Pawel Bednarski con un metal detector e si è messo a cercare tra l’erba dell’altopiano di Kongshaug, a ridosso della piccola cittadina di 24mila abitanti.
“Il primo oggetto che ho trovato – ha raccontato Bednarski – è stato un piccolo anello che a prima vista non sembrava particolarmente interessante. Poi e’ apparso un altro anello, poi un pezzo di un braccialetto“. L’uomo ha portato alla luce un intero tesoro fatto di piccoli oggetti d’argento, inclusi pezzi di monete, gioielli e fili, che si trovavano a pochi centimetri dalla superficie. “Gli oggetti erano ricoperti di argilla, quindi non è stato facile da subito vedere che aspetto avessero. E’ stato solo quando sono tornato a casa e li ho risciacquati che ho capito che si trattava di un’importante scoperta“, ha proseguito Bednarski.
L’uomo ha subito consegnato i manufatti agli archeologi del comune della contea, che hanno confermato l’importanza del ritrovamento. La ricercatrice e archeologa Birgit Maixner del museo della Norwegian University of Science and Technology, contattata in seguito, ha poi sottolineato l’eccezionalità della scoperta. “E’ una scoperta davvero eccezionale. Trovare un tesoro così grande dell’era vichinga non accadeva da molto tempo in Norvegia“, ha commentato Maixner.
Il ritrovato tesoro vichingo
Il reperto è costituito da uno scrigno di 46 oggetti in argento, quasi tutti frammenti. Oltre a due anelli semplici e completi, sono presenti monete arabe, una collana intrecciata, diversi braccialetti e catene, tutti tagliati in piccoli pezzi, chiamati anche ‘hacksilver’, utilizzati come valuta. “Questo ritrovamento risale a un’epoca in cui i pezzi d’argento venivano pesati e usati come mezzo di pagamento. Questo sistema è chiamato ‘economia del peso’ ed era in uso nel periodo di transizione tra la precedente economia del baratto e la successiva economia della moneta“, ha spiegato Maixner.
In Norvegia e più in generale nell’Europa occidentale, le monete iniziarono ad essere utilizzate già nel periodo merovingio (circa 550-800 d.C.). Solo verso la fine dell’età vichinga, verso la fine del IX secolo, le monete iniziarono a essere coniate in Norvegia. Fino all’era vichinga, l’economia del baratto era comune nei Paesi nordici, ma alla fine del VIII era predominate l’economia del peso. Tra i reperti, il bracciale quasi completo è risultato diviso in otto pezzi. Si presume, ha spiegato la ricercatrice, che questo genere di monili venissero realizzati in Danimarca.
“Il proprietario si era preparato per il commercio, dividendo l’argento in unità di peso appropriate. Aveva accesso a braccialetti a banda larga completi, un tipo di oggetto tipico danese, che potrebbe indicare che il proprietario si trovava in Danimarca prima di recarsi nell’area di Stjrdal“, ha dedotto Maixner. Mentre, ha proseguito, “un’altra caratteristica insolita è l’età delle monete arabe. In genere, circa tre quarti delle monete islamiche nei reperti norvegesi dell’era vichinga vennero coniate tra l’890 e il 950 d.C. Solo quattro monete su sette di questo ritrovamento sono state datate, ma risalgono alla fine del 700 o all’inizio dell’800 fino alla fine del IX secolo. L’età di queste monete islamiche, i bracciali a banda larga e l’elevato grado di frammentazione della maggior parte degli oggetti fanno pensare che i manufatti risalgano al 900 d.C. circa“, ha concluso l’archeologa.