SOFIA è il nome, in breve, dello Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy. Si tratta di ambizioso progetto della NASA e dell’Agenzia spaziale tedesca avviato nel 1996. E che proprio oggi, 13 dicembre 2022, vedrà la fine. In sostanza, il progetto ha visto gli scienziati apportare delle modifiche ad un aeroplano, in modo che potesse trasportare un enorme telescopio. Una meraviglia ingegneristica che ha fatto la storia.
I ricercatori della NASA e dell’Agenzia spaziale tedesca hanno installato su un Boeing 747SP un telescopio riflettente da 17 tonnellate e 2,5 metri di diametro. Gli scienziati hanno poi sviluppato un dispositivo simile a una porta da garage nella sezione principale dell’aereo, la quale era in grado poteva aprirsi a metà volo per dare al telescopio una visione chiara del cosmo.
L’enorme strumento quasi fantascientifico è stato ovviamente stabilizzato, in maniera tale che non facesse brutti scherzi mentre l’aereo sfrecciava nell’aria da 11.000 a 13000 metri.
Dopo otto anni di operazioni scientifiche nei cieli del globo, che hanno portato a numerose e importanti scoperte, la missione di SOFIA si è conclusa a settembre per via di vincoli di budget. I costi richiesti per ogni volo erano eccessivi. Oggi, dunque, l’osservatorio unico effettuerà il suo ultimo volo e si dirigerà al Pima Air & Space Museum di Tucson, in Arizona.
Il progetto
Volare nella stratosfera a 38.000-45.000 piedi ha posto SOFIA al di sopra del 99% dell’atmosfera terrestre che blocca gli infrarossi, consentendo agli astronomi di studiare il sistema solare e oltre in modi che non sono possibili con i telescopi terrestri.
La mobilità dell’osservatorio ha consentito ai ricercatori di osservare da quasi qualsiasi parte del mondo e consente studi di eventi transitori che spesso si verificano negli oceani dove non ci sono telescopi. Ad esempio, gli astronomi di SOFIA hanno studiato eventi simili a eclissi di Plutone, la luna di Saturno, Titano, e l’oggetto della fascia di Kuiper MU69.
SOFIA è progettato per osservare l’universo infrarosso. Molti oggetti nello spazio emettono quasi tutta la loro energia a lunghezze d’onda infrarosse e sono spesso invisibili se osservati con luce visibile. In altri casi, nubi celesti di gas e polvere bloccano la luce emessa da oggetti più distanti, ma l’energia infrarossa penetra attraverso queste nubi. In entrambi i casi, l’unico modo per conoscere questi oggetti è studiare la luce infrarossa che emettono.
Le scoperte di SOFIA
Durante i voli notturni di 10 ore, SOFIA ha osservato il sistema solare e oltre alle lunghezze d’onda del medio e lontano infrarosso raccogliendo dati per studiare:
- Nascita e morte delle stelle
- Formazione di nuovi sistemi solari
- Identificazione di molecole complesse nello spazio
- Pianeti , comete e asteroidi nel nostro sistema solare
- Nebulose e galassie
- Campi magnetici celesti
- Buchi neri al centro delle galassie
Gli strumenti del telescopio di SOFIA – fotocamere, spettrometri e polarimetri – operano nelle lunghezze d’onda del vicino, medio e lontano infrarosso, ciascuna adatta allo studio di un particolare fenomeno. Gli spettrometri diffondono la luce nei suoi colori componenti, nello stesso modo in cui un prisma diffonde la luce visibile in un arcobaleno, per rivelare le impronte chimiche delle molecole e degli atomi celesti. I polarimetri sono sensibili all’effetto che i campi magnetici hanno sulla polvere all’interno e intorno agli oggetti celesti, consentendo agli astronomi di apprendere come i campi magnetici influenzano la nascita di stelle e altri oggetti.
A differenza dei telescopi spaziali, SOFIA atterra dopo ogni volo, quindi i suoi strumenti possono essere sostituiti, riparati o aggiornati per sfruttare le nuove tecnologie. Poiché questi nuovi strumenti possono essere testati e regolati, SOFIA può esplorare nuove frontiere nel sistema solare e oltre e fungere da banco di prova per la tecnologia che un giorno potrebbe volare nello spazio.