Clima: riforma del mercato del carbonio, raggiunto accordo UE

Raggiunto accordo dopo ore di colloqui tra i negoziatori del Parlamento europeo e degli Stati membri UE
MeteoWeb

Raggiunto accordo nella notte per una vasta riforma del mercato europeo del carbonio, al centro del piano climatico. Dopo circa 30 ore di colloqui tra i negoziatori del Parlamento europeo e degli Stati membri UE, è stato deciso che, per coprire le proprie emissioni di CO2, i produttori di elettricità e le industrie ad alta intensità energetica (acciaio, cemento, ecc.) nell’Unione dovranno acquistare “permessi inquinanti” sul mercato europeo delle quote di emissione (ETS), creato nel 2005 e che si applica al 40% delle emissioni del continente.

Le quote totali create dagli Stati diminuiscono nel tempo per incoraggiarli a emettere meno.

La riforma, proposta nel luglio 2021 dalla Commissione europea, mirava a rafforzarla in tutte le direzioni per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione dei gas serra del piano climatico dell’UE. Secondo l’accordo raggiunto, il tasso di riduzione delle quote proposte accelererà, con entro il 2030 una riduzione del 62% rispetto al 2005 (rispetto a un precedente obiettivo del 43%), il che significa che di fatto i produttori interessati dovranno obbligatoriamente ridurre le proprie emissioni del 62%.

Focus sull’accordo

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno convenuto di aumentare al 62% l’ambizione complessiva di riduzione delle emissioni entro il 2030 nei settori coperti dall’Eu Ets (il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE). I colegislatori hanno convenuto di ribassare il massimale complessivo delle emissioni su due anni rispettivamente di 90 e 27 milioni di quote e di aumentare il tasso di riduzione annuale del massimale del 4,3 % all’anno dal 2024 al 2027 e del 4,4 % dal 2028 al 2030 (“fattore di riduzione lineare”).

L’accordo conferma inoltre la creazione di un nuovo sistema di scambio di emissioni distinto per il settore degli edifici e del trasporto su strada e i carburanti per altri settori, al fine di garantire riduzioni delle emissioni efficienti in termini di costi in questi settori che finora sono stati difficili da decarbonizzare. Il nuovo sistema si applicherà ai distributori che forniscono carburanti agli edifici, all’autotrasporto e ad alcuni altri settori. Parte dei proventi della vendita all’asta sarà utilizzata per sostenere le famiglie vulnerabili e le microimprese attraverso un Fondo sociale per il clima dedicato.

I colegislatori hanno convenuto che il sistema inizierà nel 2027. La traiettoria di riduzione delle emissioni e il fattore di riduzione lineare sono stati fissati a 5,10 dal 2024 e a 5,38 dal 2028. Il Consiglio e il Parlamento hanno convenuto di mettere all’asta un ulteriore 30% del volume d’asta per il primo anno dal lancio del sistema, in modo che funzioni senza intoppi (“prealimentazione”). L’accordo estende l’ambito di applicazione del sistema ai combustibili utilizzati in alcuni settori industriali. Di conseguenza, è stato deciso di aumentare di conseguenza le dimensioni del Fondo sociale per il clima. I colegislatori hanno concordato una possibilità temporanea per gli Stati membri di esentare i fornitori dalla restituzione delle quote fino al dicembre 2030, se sono soggetti a una tassa sul carbonio a livello nazionale, il cui livello è equivalente o superiore al prezzo d’asta per le quote in il nuovo sistema di scambio di quote di emissione.

Il Consiglio e il Parlamento hanno convenuto inoltre di istituire un Fondo sociale per il clima per aiutare le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti a far fronte all’impatto sui prezzi di un sistema di scambio di quote di emissione per gli edifici e il trasporto su strada e i carburanti per altri settori. Il Consiglio e il Parlamento hanno convenuto che il fondo faccia parte del bilancio dell’UE e sia alimentato da entrate con destinazione specifica esterne fino a un importo massimo di 65 miliardi di euro. Questa architettura di bilancio consente al fondo di beneficiare di una serie di garanzie legate al bilancio europeo, senza riaprire il quadro finanziario pluriennale dell’UE.

Condividi