“Dopo il Covid gli italiani hanno profondamente modificato il concetto di casa e la percezione della propria abitazione, al punto da trasformarla in centro multifunzionale di servizi alla persona: la casa è oggi anche ufficio, scuola, università, cinema, e talvolta succursale di un ospedale. E con il caro-bollette sta aumentando anche l’attenzione delle famiglie verso consumi e sprechi all’interno della mura domestiche”. Lo afferma il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Alessandro Miani, che ha contribuito scientificamente al rapporto Federproprietà-Censis “Gli italiani e la casa”, presentato oggi alla Camera dei Deputati.
“Con la pandemia abbiamo capito quanto sia fondamentale attrezzare la propria abitazione, avere cura delle mura domestiche, rendere l’ambiente in cui viviamo sano ed efficiente – spiega Miani – I numeri della ricerca attestano non solo quanto i cittadini, per sfuggire al virus, abbiano investito sulla funzionalità e salubrità degli appartamenti, ma anche i cambiamenti che stanno interessando le abitudini quotidiane delle famiglie, volti a contrastare l’impennata dei costi energetici”.
Dalla ricerca presentata oggi emerge infatti che 54% degli italiani è diventato più attento alla qualità dell’aria in casa dopo la pandemia, mentre l’84,4% dei cittadini dichiara di impegnarsi a rendere la casa più sostenibile con il controllo dei consumi energetici e altre pratiche quotidiane.
“Come Sima chiediamo al legislatore di assecondare questa nuova domanda di sicurezza e valore che arriva dai proprietari e dagli inquilini italiani. La casa è un aspetto fondativo della nostra società: è tempo di generare politiche del buon abitare, le nostre proposte sono a disposizione di tutti” – conclude Miani.