L’Opec e i suoi alleati si dicono pronti a intraprendere un’azione “immediata” per stabilizzare i mercati petroliferi globali alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove limitazioni da parte dell’Occidente sulle esportazioni di petrolio russo. L’Opec+, guidato da Arabia Saudita e Russia, nella riunione di oggi ha deciso di non apportare modifiche immediate agli obiettivi di produzione, ma ha affermato che il cartello dei produttori di petrolio è pronto a “incontrarsi in qualsiasi momento” e potrebbe “prendere misure aggiuntive immediate”.
“Di fronte ai grandi rischi geopolitici che pesano sul mercato del petrolio, l’Opec+ ha comprensibilmente ritenuto di tenere duro” e mantenere i livelli di produzione decisi in ottobre, spiegano alcuni analisti notando come sul mercato pesa anche l’incognita Cina, il maggiore importatore di petrolio al mondo.
L’incontro online del gruppo è avvenuto il giorno prima dell’entrata in vigore del blocco Ue delle importazioni di petrolio russo via mare, in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Allo stesso tempo, i leader del G7 hanno concordato un cosiddetto price cap, che mira a mantenere il flusso di petrolio russo verso Paesi come India e Cina, per evitare carenze, ma solo se il greggio viene venduto a meno di 60 dollari al barile.
La Russia ha ripetutamente affermato che non venderà petrolio ai Paesi che utilizzano il price cap, e ha invece acquisito sottobanco più di 100 petroliere per formare una “flotta ombra” di navi e mantenere il flusso di petrolio nonostante le restrizioni occidentali. Il Vice Primo Ministro russo Alexander Novak ha ribadito che Mosca non esporterà petrolio soggetto a un price cap imposto dall’Occidente, “anche se dovessimo ridurre un po’ la produzione”. “Venderemo petrolio e prodotti petroliferi a quei Paesi che lavoreranno con noi a condizioni di mercato, anche se dovremo ridurre un po’ la produzione”, ha detto Novak.
I trader prevedono un calo delle esportazioni petrolifere russe nei prossimi mesi e l’entità di tale calo potrebbe determinare se i prezzi del petrolio saliranno o scenderanno nel 2023. I produttori come Opec+ sono anche preoccupati per il rallentamento della domanda se le grandi economie dovessero entrare in recessione. “Non sappiamo se il price cap eviterà distruzioni sul mercato o se Mosca ha qualcosa di ancora più distruttivo in cantiere”, mette in evidenza Helima Croft, ex analista della Cia ora a Rbc Capital Markets, con il Financial Times.