Il Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi replica a Silvia Fregolent, capogruppo di Azione – Italia Viva, Chiara Braga, deputata del Pd e Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, che hanno definito “inaccettabili” le sue considerazioni contro il Fai, secondo cui “impianti eolici e fotovoltaici possono convivere con il Paesaggio italiano“.
“Io – spiega Sgarbi – difendo un bene tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, non certo per un pregiudizio ideologico o politico. In nome di un finto ambientalismo, che ignora i dati di molti esperti, si continua a promuovere l’eolico ignorando, come dice, inascoltato, Carlo Rubbia, che anche quando si coprisse tutto il territorio nazionale di pale eoliche, riusciremmo a soddisfare solo il 2% del fabbisogno energetico; nessun beneficio per la nostra “autosufficienza energetica”, ma solo profitti per aziende che producono pale eoliche, tra l’altro in gran parte straniere. Non solo: l’eolico è oggi uno degli affari delle mafie, come provano le parole di Totò Riina intercettato in carcere. Dico questo mentre sono in viaggio in Puglia, nel foggiano, una delle aree più devastate d’Italia. Fregolent, Braga e Bonelli non conoscono l’Italia, non sanno di cosa parlano. Diverso il discorso per il fotovoltaico, che può essere autorizzato in edifici e aree periferiche, ma il suo sviluppo non può avvenire a danno del nostro patrimonio paesaggistico o architettonico. Non si distruggono i campi agricoli, con il miraggio di un facile guadagno, rendendoli improduttivi“.
“Il nostro Paesaggio, dalla Toscana alla Sicilia, da Palermo a Napoli, è quello esaltato dalla letteratura e dal cinema, che ha ispirato i viaggiatori del Grand Tour. Non è una cosa astratta, ma un elemento identitario del nostro Paese. Non capisco perché di questo abbiano facile consapevolezza migliaia di stranieri (molte star del cinema e della musica) che sono andati a vivere nelle campagne della Maremma o di Ragusa, e non i vari Bonelli, Braga e Fregolent che, contro la Costituzione, si fanno megafono degli interessi delle aziende che producono eolico. Braga, Fregolent e Bonelli chiedano al Re Carlo d’Inghilterra cosa pensa del paesaggio italiano e si vergognino di essere complici dello scempio alla nostra storia e al nostro patrimonio naturalistico“, conclude Sgarbi.