Fallimento del lancio di Vega C: sui lanciatori si gioca una delle partite più delicate del Made in Italy

È probabile che il fallimento del lancio del Vega C venga utilizzato dai partner francesi e tedeschi per provare a indebolire la posizione italiana
MeteoWeb

Lo stop della prima missione commerciale di Vega, il lanciatore europeo di piccola-media taglia prodotto in Italia dalla Avio, non è ancora quantificabile dal punto di vista economico, ma potrebbe ritardare i prossimi lanci (per esempio i cinque satelliti di Copernicus, la costellazione europea di osservazione della Terra, previsti tra il 2024 e il 2026) e portare a un rallentamento della produzione e delle attività di sviluppo e ricerca. 

Nell’ambito delle tecnologie spaziali, il settore dei lanciatori è il più critico in quanto garantisce l’accesso autonomo allo spazio, uno dei pilastri delle strategie spaziali dell’Unione Europea e degli altri grandi player, come Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone e India. In Europa, la concorrenza vede in campo gli interessi dei tre stati più importanti all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ossia Germania, Francia e Italia. I lanciatori in ESA sono un affare franco-italiano, con la Germania che da anni cerca di entrarvi. È probabile che il fallimento del Vega C venga utilizzato dai partner francesi e tedeschi per provare a indebolire la posizione italiana, che negli ultimi anni è stata vista come un problema, visti i mutamenti del mercato.  

La concorrenza dei lanciatori riutilizzabili statunitensi di SpaceX ha fatto saltare i conti di Ariane Group (joint venture di Airbus e Safran) che produce i lanciatori europei di grossa taglia. In questa situazione, il Vega C è diventato centrale nella strategia europea ma il fallimento del lancio del 21 dicembre rischia di complicare le cose. 

Per indagare sulle ragioni del fallimento, l’ESA e Arianespace hanno istituito una commissione indipendente. Ci vorrà tempo prima di capire che cosa sia accaduto al lanciatore. I primi dati resi noti da Avio indicano che l’anomalia è avvenuta poco dopo l’accensione del secondo stadio (il motore Zefiro 40), una dei momenti più delicati. La letteratura sulla fallibilità dei lanciatori rileva, infatti, che i sottosistemi più critici sono la propulsione, i sistemi di separazione e il sistema di controllo della traiettoria e dell’assetto. Questi tre sottosistemi da soli rappresentano il 90% dei fallimenti di lancio, con un 54% corrispondente al sistema di propulsione.  

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