Orrore e mistero in Francia: ritrovato santuario con resti umani

Il sito archeologico di Saint-Just-en-Chaussée nella Francia del Nord nasconde inquietanti misteri: ritrovato un santuario con resti umani e animali
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In Francia è stato ritrovato un Santuario Gallico con ossa umane sottoposte a riscaldamento intenso, frammenti ossei di uomini depositati e compressi in una buca, dopo lo spolpamento, tombe con persone mutilate. Ma non solo. Trovati anche resti di teste alle quali era stato asportato il volto, forse per ricavarne trofei. Nello stesso luogo rinvenuti anche i segni di un banchetto, consumato da una cinquantina di persone, oltre ad armi distrutte e sepolte.

E’ questo il quadro ‘dell’orrore’ rinvenuto nel sito di Saint-Just-en-Chaussée nella Francia del Nord. Il santuario gallico, racchiuso da un ampio e profondo fossato, fu costruito durante la seconda età del ferro (dal 450 al 50 a.C.) ed esisteva prima e dopo le Guerre Galliche. Situato sulla via Agrippa de l’Océan che va da Lugdunum (Lione) a Gesoriacum (Boulogne-sur-Mer), si trovava al punto di congiunzione di due strade romane.

Il sito è noto da tempo dalle fotografie aeree. E’ stato parzialmente rivelato nel 1994-1995 durante vari scavi archeologici. A seguito di una diagnosi effettuata nel 2007, sul sito di un progetto edilizio dell’OPAC, il servizio archeologico regionale ha disposto uno scavo che ha restituito i resti di un santuario. Per la sua costruzione i Galli scelsero un altopiano e il suo declivio che svetta sulla pianura circostante, che gli conferivano una posizione dominante e un’ottima visibilità.

È delimitato da un recinto molto vasto che l’influsso dello scavo non ha permesso di percepire nella sua interezza, ma la cui superficie si estende per diversi ettari. L’imponente fossato ha dimensioni che possono superare i 3 m di larghezza e 1,5 m di profondità.

Credit François Malrain, Inrap

Il santuario: un varco monumentale per separare il mondo profano dal sacro

L’interno di questo recinto è suddiviso in più recinti che, pare, hanno ospitato diversi eventi di culto. Ne derivano depositi di mobili di varia natura. Così, nel fosso che delimita il sito, i depositi riguardano principalmente animali. Maiali, cavalli, buoi, pecore sono alcune delle specie che venivano sacrificate e/o consumate collettivamente in un banchetto prima di essere scartate. Sono associati a depositi di crani equini e buoi scoperti nel 1994. I resti di equini, molto ben conservati, sono stati deposti nel fosso dopo una fase di decomposizione avvenuta altrove nel sito, mentre che i crani di bovini, le cui ossa è molto alterato,

indicano che sono stati esposti per la prima volta per molto tempo. Questi resti erano accanto ad elementi di carri e finimenti, uno dei quali con anelli a giogo e morso di ferro era ancora in posizione funzionale nella bocca di un cavallo. Nelle fosse di un annesso recinto, i depositi sono stati oggetto di un vero e proprio allestimento, contenitori ceramici, di appoggio o alternati a quarti di carne.

Equipaggiamento militare

Più a ovest del santuario, i fossati di un altro recinto sono punteggiati da depositi di armi che rivelano un’altra forma di rituale. Tra questi mobili spiccano elementi di scudi come maniglie (maniglie che servivano a tenerlo), umbos (pezzo che copriva il manico e proteggeva il pugno che reggeva lo scudo assicurandone il rinforzo), così come orles che ne increspavano il contorno, garantendone la manutenzione e la solidità. Dagli umbo si poteva stabilire un numero minimo di otto scudi.

Mentre alcuni rientrano in una tipologia ben nota per il periodo celtico, altri differiscono notevolmente da questo standard. Presentano una morfologia di mezzi umbo fusiformi alla romana di tipo nuovo. Due conchiglie seguono la forma della spina e sono ricoperte al centro da un umbone alettato di tipo celtico, che le conferisce un aspetto fusiforme. L’assemblaggio dei frammenti di orle consente di proporre la restituzione di uno scudo alto circa 135 cm e largo 60 cm con una spina /umbone di circa 45 cm. Le stimmate trovate sugli scudi, prima di essere collocate nel fosso, mostrano che furono mutilate allo stesso modo di quelle di Gournay-sur-Aronde.

Credit François Malrain, Inrap

Elmi e spade nel sito

Tra questo equipaggiamento militare ritrovato nei pressi del santuario vi sono tre elmi di tipo portuale, che completano significativamente questo corpus di copricapi, di cui ne sono stati individuati solo una decina. La loro lavorazione, martellando e rivettando una lastra di ferro, li rende oggetti unici. Sono decorati con rinforzi anteriori a forma di sopracciglia con un rivetto all’estremità. La protezione del collo è assicurata da un coprinuca e quella delle guance da paragnatidi di cui ne è stato rinvenuto solo uno strappato da un elmo.

La questione della loro origine, gallica o romana, anima la comunità scientifica. A Saint-Just-en-Chaussée, la loro associazione con le spade attesta la presenza di soldati romani piuttosto che di ausiliari gallici, a meno che questi ultimi non fossero completamente equipaggiati dai primi. D’altro canto, gli impatti che colpiscono questi elmi attestano piuttosto una forma di sacrificio-mutilazione di origine gallica che si può riscontrare in vari siti in cui si praticavano riti. Dal sito di Ribemont-sur-Ancre nella Somme, un elmo dello stesso tipo è stato mutilato da colpi destinati a renderlo inadatto all’uso.

Armatura eccezionale

Sono stati scoperti anche una sessantina di pezzi di armatura. Vi sono, da un lato, una corazza segmentata a protezione del tronco, costituita da sottili lamine metalliche i cui bordi taglienti sono stati ripiegati formando un cordone più o meno largo che li rinforza ed evita lesioni; dall’altro, parti di volume per la protezione di braccia, avambracci e spalle. Sono realizzati in lamiera ripiegata su se stessa i cui bordi sovrapposti sono stati rivettati. Uno spazio di pochi millimetri tra le teste dei rivetti e le piastre metalliche attesta che un rivestimento rivestiva l’interno.

Resti organici imprigionati nella corrosione del metallo permetteranno di specificarne la natura (cuoio, feltro, ecc.). Questa protezione è stata mutilata, le parti del volume sono state schiacciate e le lastre sono state piegate. Questa armatura si differenzia dalle lorica segmentata della tradizione romana che non presentano l’elemento tubolare per la protezione delle gambe e delle braccia come testimoniano quelle rinvenute in Scozia e in Inghilterra datate al II secolo d.C. Qui datate dalla metà del I secolo a.C., quello del santuario Saint-Just, costituisce per il momento un esempio unico.

Credit François Malrain, Inrap

Fosse per banchetti

Quattro singolari pozzi, databili alla metà del I secolo a.C. furono scavati nel terreno. Due panche parallele, separate da circa 1 m, materializzano un tavolo su cui è stato installato un caminetto. I sedili rivestiti in legno consentivano l’installazione di una dozzina di ospiti, quasi cinquanta in tutto, ma potrebbero essere esistiti raduni più grandi.

Le analisi chimiche e micromorfologiche furono determinanti per determinarne la funzione. Focolai ad alta intensità ma non ripetuti mostrano che sono stati utilizzati solo in un’occasione. Il vino vi veniva versato in abbondanza e forse consumato come suggerisce un frammento di colino. È stata inoltre rilevata la presenza di sostanze grasse provenienti da animali non ruminanti. Il fuoco, la fuoriuscita di liquido, i macroresti vegetali trasformati (frammenti di frittella) fanno pensare che vi si svolgessero banchetti, ma non si può escludere l’uso di una fossa per le libagioni, o addirittura di un altare, funzioni non antinomiche. La commensalità di un banchetto, oltre ai vincoli di clientelismo che possono unire gli attori, non è necessariamente priva di aspetti religiosi.

I depositi umani del santuario

I depositi umani ritrovati nel santuario si classificano in due categorie: i depositi primari di corpi e quelli secondari, costituiti da ossa di una o più parti anatomiche. Sono primari quando il corpo è stato deposto in una fossa e ivi decomposto, e secondari se la decomposizione è avvenuta altrove rispetto al luogo del ritrovamento. Lo stato di conservazione dei sepolti è variabile. Tutti hanno subito l’erosione sia naturale che meccanica. I defunti venivano deposti in fosse più o meno rotonde, addossate al muro. Sei hanno la gamba destra piegata, anche costretta, il piede sotto le natiche e la gamba sinistra piegata appoggiata al muro. Il braccio sinistro è posto dietro la gamba sinistra e il destro sulla coscia destra. Per gli altri due la posizione è simile ma invertita.

I teschi sono assenti, potrebbero essere stati distrutti dall’erosione o dall’aratura. La presenza di denti al fondo delle fosse e per alcuni individui nella mandibola indica che i corpi erano completi al momento del deposito. Tutti sono giovani, maturi o anziani, quattro sono maschi e per gli altri quattro non è stato possibile formulare la diagnosi. Furono sepolti non lontano l’uno dall’altro a nord-ovest di un recinto.

Depositi secondari di resti in fossi o fossati

899 resti ossei rappresentanti una quindicina di individui sono stati rinvenuti in fosse e fossati e si aggiungono allo scheletro parziale e dislocato di un adulto. Le ossa appartengono principalmente allo scheletro craniale nel settore 1 e a quello postcraniale nel settore 2. Diversi pezzi recano tracce di colpi, tagli o esposizioni. Le tracce sui teschi potrebbero essere state realizzate con lo scopo di asportare il volto e realizzare delle maschere.

Nessun prodotto finito è stato portato alla luce a Saint-Just, ma nella regione sono note diverse maschere in un contesto religioso o domestico. Le tracce sugli arti sono il risultato di disarticolazione e scarnificazione. Una fossa ha raccolto 830 frammenti. Le loro dimensioni sottolineano il desiderio di schiacciare queste parti e alcune di esse sono state riscaldate. La loro sepoltura è volontaria in una fossa scavata a tale scopo. La datazione assoluta colloca la morte di tutti questi individui tra l’inizio del IIe e la fine del I secolo a.C. J.-C.

Culti per chi?

Ciò che differenzia questo sito dai santuari conosciuti nella Gallia belga è la distribuzione dei resti, secondo la loro natura, nello spazio. Nel fosso dove sono le ossa degli animali c’è poco o niente metallo, viceversa dove sono concentrati gli oggetti di ferro ci sono solo poche ossa. Anche la distribuzione dei depositi umani mostra differenze, da un lato sepolture di adulti in posizione seduta, resti ossei che testimoniano il lavoro sulle scatole craniche, altri volutamente schiacciati, riscaldati, e dall’altro arti disarticolati e scarnificati. Esiste quindi una vera e propria geografia dei depositi, che solleva molti interrogativi.

È legato a diverse divinità, guerra, terra, metropolitana? Realizzato da persone di status diversi? Secondo quali ritmi e in quali occasioni? Se lo studio di questo santuario ha poche possibilità di rispondere a queste domande, porterà una notevole quantità di nuove informazioni. Dopo il periodo gallico, il sito sarà ancora frequentato per quasi quattro secoli, è anche in questo settore che potrebbe aver avuto luogo il martirio di San Giusto.

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