Il Consiglio dell’Ue ha formalmente adottato il regolamento che istituisce il meccanismo di correzione del mercato con il ‘price cap’ sul gas, dopo l’accordo politico raggiunto dai Ministri dell’energia il 19 dicembre. Il meccanismo mira a limitare i picchi eccessivi nei prezzi nell’Ue che non riflettono i prezzi del mercato mondiale, garantendo al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la stabilità dei mercati finanziari, segnala il Consiglio.
Il regolamento, adottato oggi con procedura scritta, sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore il primo febbraio 2023. Le disposizioni relative al limite di offerta entreranno invece in vigore il 15 febbraio. Il regolamento si applicherà per un anno. Come era emerso già il 19 dicembre, anche nella procedura scritta risulta che l’Ungheria ha votato contro, astenute Olanda e Austria, favorevoli gli altri Stati Ue.
Il Consiglio ha anche adottato, sempre per procedura scritta, un regolamento che stabilisce un quadro temporaneo per accelerare la realizzazione di progetti di energia rinnovabile. La maggior parte del contenuto del regolamento era già stata concordata nel Consiglio Energia del 24 novembre. I Ministri hanno raggiunto un accordo politico definitivo sul regolamento il 19 dicembre scorso, aggiungendo una disposizione per accelerare e semplificare l’installazione delle reti. Il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore. Si applicherà per 18 mesi.
Paesi Bassi: “il price cap ha un alto rischio per mercati e forniture”
“La nostra obiezione fondamentale è l’assenza di una valutazione d’impatto decente e completa prima che il meccanismo abbia pieno effetto. Le implicazioni di questo meccanismo sono potenzialmente gravi per la stabilità finanziaria del mercato del gas e la sicurezza dell’approvvigionamento. Sin dalla prima bozza della proposta, le modifiche non hanno mitigato sufficientemente questi rischi, ma in realtà hanno aggiunto ulteriori rischi attraverso l’abbassamento delle condizioni di attivazione e l’ampliamento del campo di applicazione”. E’ quanto si legge nella nota che i Paesi Bassi hanno fatto mettere a verbale nel documento sulla votazione del price cap per giustificare la loro astensione.
“Molte istituzioni finanziarie, esperti, autorità di regolamentazione, banche centrali e società energetiche hanno messo in guardia sui potenziali effetti sulla stabilità finanziaria e sulla sicurezza dell’approvvigionamento. Una valutazione d’impatto dovrebbe valutare e, ove necessario, affrontare tali preoccupazioni – continua la nota -. Poiché i potenziali effetti sul TTF, e quindi sul funzionamento (finanziario) del mercato del gas e sulla sicurezza dell’approvvigionamento nell’Europa nordoccidentale, sono troppo gravi per essere ignorati, vogliamo vedere una sospensione automatica del meccanismo non appena riceviamo segnali che i mercati non funzionano bene, ad esempio quando la liquidità sul TTF scende al di sotto di un livello critico. Infine, la mancanza di ulteriori obblighi in materia di risparmio di gas ed energia elettrica è contraria agli obiettivi del meccanismo. Crediamo ancora che le misure dal lato della domanda siano una parte essenziale della cassetta degli attrezzi per affrontare la causa principale dei prezzi elevati: lo squilibrio tra domanda e offerta. I Paesi Bassi non accettano alcuna responsabilità derivante direttamente o indirettamente dall’adozione del regolamento sul meccanismo“.