La presidenza di turno dell’Ue della Repubblica Ceca ha messo sul tavolo dei Ministri dell’Energia riuniti a Bruxelles una nuova proposta di compromesso sul price cap al gas, fissato a 180 euro a megawattora. Le trattative sono ora in stallo. E’ quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Secondo una bozza del documento, di cui l’ANSA ha preso visione, il meccanismo di correzione del mercato verrebbe azionato al persistere per tre giorni consecutivi dei picchi di prezzo del gas oltre la soglia di 180 euro a megawattora sull’hub di riferimento di Amsterdam.
La proposta è significativamente al di sotto del tetto iniziale fissato dalla Commissione europea a 275 euro/MWh ed è inferiore anche alla prima proposta messa sul tavolo oggi dalla stessa presidenza ceca dell’Ue a 188 euro/MWh. I Ministri dell’Energia europei hanno convenuto di fare una nuova pausa dei lavori e aggiornarsi alle 16.
Secondo fonti europee la proposta di compromesso avrebbe i numeri per passare a maggioranza qualificata ma la presidenza ceca e la Commissione puntano ad un accordo che abbia “il più ampio consenso”.
Ungheria: “in nessun caso sosterremo il price cap”
“L’Ungheria non sostiene in nessun caso l’introduzione di un tetto massimo per il gas, in quanto si tratta di una misura dannosa, pericolosa e del tutto inutile. Il fatto che il continente stia andando bene senza un limite di prezzo da agosto dimostra solo la sua natura non necessaria”. Lo afferma in un tweet il Ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, che partecipa al Consiglio Energia. “Il fatto che, sebbene esista una maggioranza legislativa per il gas cap, non osano proporlo come iniziativa elettorale, mostra chiaramente che stanno cercando di costruire un ampio consenso attorno ad esso in modo che la responsabilità sia condivisa. E quando si scopre che è stata una misura del tutto inutile, pericolosa e dannosa per l’intera Europa, allora tutti dovranno essere ritenuti responsabili”, ha spiegato.