Compie 60 anni l’European Southern Observatory, nato il 5 ottobre 1962, quando cinque stati hanno firmato la convenzione per la costituzione di ESO. Attualmente ben 16 stati supportano il progetto e tra questi l’Italia, l’ottavo a entrare nella collaborazione. Per celebrare l’anniversario, anche l’INAF ha promosso da oggi e fino al 16 dicembre, con i suoi ricercatori, numerose iniziative aperte al pubblico per sottolineare il contributo dell’Italia al prestigioso osservatorio europeo.
Da 60 anni, ESO dà infatti un contributo essenziale allo sviluppo dell’astrofisica con la costruzione e gestione di alcuni dei più grandi e avanzati telescopi del mondo, come l’Ntt-New Technology Telescope, il VLT-Very Large Telescope, l’Alma-Atacama Large Millimeter Array, e l’ELT-Extremely Large Telescope attualmente in costruzione.
“L’ESO celebra questo importante anniversario, coinvolgendo anche gli stati membri per far conoscere al grande pubblico i grandi risultati scientifici ottenuti in questi 60 anni”, sottolinea l’Istituto Nazionale di Astrofisica, che oggi pomeriggio ha tenuto una conferenza sugli studi italiani realizzati grazie a questa straordinaria infrastruttura di ricerca per l’astronomia e l’astrofisica. L’evento è stato introdotto dal presidente dell’INAF, Marco Tavani, e sono intervenuti i ricercatori coinvolti nel programma ESO.
Laura Pentericci di INAF-Oar, tra gli altri, ha sottolineato che “negli ultimi 15 anni la comunità scientifica ha ottenuto grandi risultati grazie a ESO e, in particolare, con lo strumento Vimos – ha detto – abbiamo ottenuto la distanza di migliaia di galassie e abbiamo studiato la fisica delle galassie, uno dei risultati raggiunti proprio recentemente”.