Issei Sagawa, soprannominato il “cannibale giapponese” per aver ucciso e mangiato una studentessa olandese a Parigi 41 anni fa, è morto a Tokyo all’età di 73 anni, per una polmonite. Nel 1981, quando era studente all’Università della Sorbona, invitò a cena nel suo appartamento la compagna di studi olandese, Renée Hartevelt. La ragazza venne uccisa con un colpo di fucile: dopo averla fatta a pezzi, l’uomo ne mangiò diverse parti. Pochi giorni dopo fu arrestato nella sua casa. I resti della vittima furono trovati nel congelatore. “Mangiarla è stata un gesto supremo d’amore,” furono le parole di Sagawa.
Riconosciuto infermo di mente, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico in Francia e nel 1985 fu estradato in Giappone dove venne rimesso in libertà.
Sagawa ha trascorso la sua vita da uomo libero, impunito. Anzi, ha tratto profitto finanziario dal delitto scrivendo e vendendo libri in cui ha narrato, tra l’altro, i passaggi atroci della fine della studentessa. Di recente aveva detto in un’intervista a Vice di essere “ossessionato dal cannibalismo“. “Il mio desiderio di mangiare una donna è diventato imperativo,” ha dichiarato.