Il Governo: “non consentiremo distruzione paesaggio per business di eolico e fotovoltaico”

Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, esponente di spicco di Fratelli d'Italia, ribadisce l'intenzione del Governo di limitare l'installazione di impianti eolici e fotovoltaici in zone tutelate dal paesaggio
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Accelerazione sullo sfruttamento dell’energia- dal sole e dal vento- con un assenso incondizionato ai pannelli senza nulla osta, ma solo nelle aree degradate, in quelle industriali o sulle reti stradali, autostradali e ferroviarie in corrispondenza delle zone urbanizzate così come per le pale eoliche ma nelle aree marine a 10 miglia dalla costa. Una norma che deve accompagnarsi al totale divieto di consumare aree ancora inviolate, zone agricole e paesaggio compreso quello a ridosso della costa, in quanto rientrante immediatamente nelle prescrizioni costituzionali che, all’art. 9, ne prevedono la salvaguardia”. Lo ha dichiarato oggi il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

“Ma non ci sono solo l’identità e la bellezza da difendere: nell’attuale condizione di emergenza occorre tutelare la produzione alimentare perché l’Italia non è autosufficiente e non può permettersi di sacrificare decine di migliaia di ettari come sta accadendo in diverse regioni, Puglia e Lazio in testa. Anche il paesaggio per noi è ricchezza. Come non potremmo cibarci del silicio degli impianti solari, non potremmo sfruttare con il turismo le bellezze naturalistiche compromesse da distese di pannelli e pale. E non è certo un mistero che questo business compulsivo e senza regole interessi molto un certo circuito criminale che ha investito e investe su queste tecnologie come su altri traffici illeciti. Plaudo quindi ancora una volta all’intenzione del sottosegretario Sgarbi di costituire un gruppo di lavoro interministeriale tra Agricoltura, Cultura e Ambiente, per rinnovellare i criteri selettivi con cui si giudica l’idoneità dei luoghi per le installazioni. Desta invece sconcerto la quasi unanime, a tratti imbarazzante, mancata adesione delle associazioni ambientaliste che dovrebbero essere in prima linea in questa battaglia. Vuoi vedere che più di qualcuna è sovvenzionata da grandi imprese interessate? Per fortuna in questo ‘panorama’ desolante e surreale spicca la voce solitaria di Italia Nostra“.

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