Gufi di pietra: trovati giochi di bambini dell’Età del rame | FOTO

Sarebbero state intagliate direttamente dai bambini dell'Età della rame le placche a forma di gufi analizzate dagli archeologi
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  • Targa in ardesia originale modellata su un gufo nel Museo de Huelva. Credito: Juan J. Negro.
  • Replica della targa in ardesia di Valencina con piume di gufo inserite sui due fori praticati nella parte superiore della targa. Credito: Juan J. Negro
  • Un disegno di gufi di bambini dai 6 ai 9 anni. Credito: Juan J. Negro.
  • Disegni di gufi di bambini dai 6 ai 9 anni. Credito: Juan J. Negro.
  • Gufo comune (Asio otus). Questa specie di gufo per eccellenza potrebbe aver ispirato placche di ardesia incise con numeri. Credito: Juan J. Negro
  • Due piccoli della specie nota come Civetta (Athene noctua). Questa specie comune potrebbe essere stata il modello di alcune placche in ardesia incise dell'età del rame. Credito: Juan J. Negro
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Gufi in pietra. Giochi di bambini dell’Età del rame. E’ questa la curiosa scoperta archeologica portata a termine da una equipe di ricercatori. Si tratta di antiche placche incise in ardesia a forma di gufo, risalenti a circa 5.000 anni fa nella penisola iberica. Potrebbero essere state create dai bambini come giocattoli. A questa conclusione giunge una ricerca pubblicata su Scientific Reports. Questi risultati possono fornire informazioni su come i bambini usavano i manufatti nelle antiche società europee.

Il piccolo tesoro è formato da circa 4.000 placche di ardesia incise che ricordano gufi, risalenti all’età del rame tra 5.500 e 4.750 anni fa. Tra gli altri sono presenti, ad esempio, due cerchi incisi per gli occhi e un corpo delineato sotto. I ricercatori hanno ritrovato le placche in tombe e pozzi in tutta la penisola iberica. Gli archeologi ipotizzano che queste placche di gufi avessero un significato rituale e rappresentavano divinità o morti.

Lo studio sulle placche dell’Età del rame

Ora, Juan Negro e colleghi hanno riesaminato questa interpretazione. I ricercatori suggeriscono che queste placche di gufi potrebbero essere state realizzate da giovanissimi sulla base di specie di gufi regionali. Inoltre, potrebbero essere state usate come bambole, giocattoli o amuleti. Gli autori hanno valutato 100 placche su una scala da uno a sei, in base a quanti dei sei tratti di gufo mostravano. Tra questi ci sono due occhi, ciuffi piumati, piume modellate, un disco facciale piatto, un becco e ali. Gli autori hanno confrontato queste placche con 100 immagini moderne di gufi disegnate da bambini dai 4 ai 13 anni. Hanno così osservato molte somiglianze tra le raffigurazioni dei gufi. I disegni dei gufi assomigliavano più da vicino ai gufi quando i bambini invecchiavano e diventavano più abili.

I gufi, i giochi e il loro utilizzo

Gli autori osservano la presenza di due piccoli fori alla sommità di molte placche. Questi fori sembrano poco pratici per far passare una corda per appendere la targa e mancano dei segni di usura previsti se questo fosse il loro uso. Hanno dunque ipotizzato che le piume fossero state inserite attraverso i fori per assomigliare ai ciuffi sulle teste di alcune specie di gufi regionali. Basti pensare al gufo comune (Asio otus).

Secondo i ricercatori molte delle placche di gufo sono state create da bambini. Non sono dunque stata scolpite da abili artigiani per l’uso nei rituali. Man mano che le abilità di intaglio dei bambini aumentavano, le placche somigliavano ai gufi reali. Possono rappresentare uno sguardo sui comportamenti dell’infanzia nelle società dell’età del rame.

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