La Commissione europea, organo esecutivo dell’Unione europea, ha chiesto ai 27 Stati membri di approvare il price cap per il petrolio russo di 60 dollari al barile. E’ quanto si legge sul Wall Street Journal.
Il price cap fa parte del tentativo dell’Occidente di spremere le entrate petrolifere del Cremlino mantenendo costanti le forniture globali di petrolio ed evitando un aumento dei prezzi dell’energia. È stato concepito come un modo per cercare di consentire al petrolio russo di saziare i mercati globali senza che Mosca tragga il massimo vantaggio dalle sue vendite.
Tutti i 27 stati membri devono approvare il livello del price cap. Ma i membri si sono in gran parte uniti intorno a un limite di 60 dollari al barile. La commissione è ormai convinta di poter ottenere un accordo a questo prezzo, hanno riferito fonti vicine alla questione. Gli alti funzionari degli Stati membri del blocco hanno iniziato a discutere la proposta giovedì pomeriggio.
Insieme al price cap, il Gruppo dei Sette e l’Australia mirano a vietare la fornitura di servizi marittimi per le spedizioni di petrolio russo. Il tutto, a meno che il greggio non sia venduto a prezzo pari o inferiore.